Pillole della seconda giornata Macfrut
I vertici della fiera hanno ricevuto anche una telefonata inaspettata. L'ex ministro all'agricoltura Nunzia De Girolamo, nelle scorse ore, ha contattato il presidente Scarpellini. "Saputo del successo di questa edizione con numeri in crescita mi congratulo con lei per l'ottimo lavoro svolto in questi anni – ha detto l'ex ministro – Sono sempre a disposizione per dare una mano al sistema ortofrutticolo: quando dalla vostra fiera, o più in generale dal sistema romagnolo, ci sono idee da portare avanti, sono disponibile a fare la mia parte."
Pochi soldi ma anche educazione alimentare sbagliata
La giornata di giovedì è iniziata con la terza conferenza del Word food research ad innovation forum, verso Expo 2015 Milano. Fra i concetti emersi vi è quello secondo il quale le popolazioni più colpite dalla crisi si nutrono peggio. Ma attenzione: non è il costo degli alimenti a determinare ciò, bensì la mancanza di una corretta educazione alimentare, ad innescare errati comportamenti nei confronti del cibo soprattutto da parte delle fasce meno abbienti.
Nel corso del dibattito è stato evidenziato il preoccupante problema del calo dei consumi di ortofrutta, situazione che determina un deficit nell'assunzione di elementi essenziali nella dieta italiana. La crisi economica non sta solo avendo un forte impatto sulle tasche degli italiani, ma sta minando in primis il suo regime alimentare e di conseguenza anche la sua salute fisica.
Una conferma in questa direzione arriva dall'Osservatorio Macfrut-GfK sui consumi di ortofrutta che nei primi sei mesi di quest'anno ha registrato una flessione del 2,5% a volume e del 6% a valore per l’intero settore.
Tunisia, opportunità concrete per le aziende
"In Tunisia possono esserci buone opportunità commerciali per le aziende italiane." Zied Lahbib dell'agenzia di promozione di investimento estero, lo ha affermato portando esempi concreti. "Aprire un'impresa nel nostro paese è più facile che altrove. Ci sono incentivi per i progetti agricoli che prevedono l'assunzione di manodopera locale e tasse ridotte. In più, il nostro Paese necessita di tecnologie e le aziende italiane possono fornirci di quanto necessitiamo per il nostro sviluppo."
Ecco perché le pesche costano poco
La legge del mercato non sbaglia: se aumenta l'offerta i prezzi diminuiscono. Se ne è parlato durante un convegno sui temi della frutticoltura. Dal quadro messo in luce dal ricercatore Fideghelli è emerso che nel triennio 2010-2012 la produzione mondiale di pesche e nettarine è aumentata del 50% rispetto a dieci anni prima. Ciò è una delle cause che hanno portato alla saturazione del mercato, con la crisi dei prezzi come quella del 2014.
Fra le possibili soluzioni per evitare il ripetersi di crisi simili c'è stato l'accorato appello di Walther Faedi: "L'unica arma è associarsi in maniera decisa e a tutti i livelli della filiera. Occorre operare in sinergia anche tra ricercatori, organizzazioni di produttori e commerciali per perseguire risultati di innovazione varietale che rispondano realmente alle esigenze dei coltivatori e dei consumatori finali."
Ma non bisogna demoralizzarsi, anzi, occorre prendere al volo certe possibilità. In un contesto economico come quello attuale, il ricercatore Silverio Sansavini valuta il nuovo programma quadro dell'Unione Europea "Horizon 2020" come un'opportunità imperdibile per il sistema Italia e vede nella programmazione delle produzioni e nell'innovazione l'unica strada percorribile per rilanciare la frutticoltura nazionale.