In generale, come spiega a FreshPlaza Nino Leonardi della Leonardi snc, azienda operante all'ingrosso presso il mercato ortofrutticolo di Verona, "la campagna sta andando a rilento. Stanno terminando le arance del Sudafrica, sicché i prezzi sono in calo: siamo intorno ai 10-11 euro per il cartone da 15 chili per una prima categoria in esaurimento"; il che, tradotto al chilo, fanno circa 70 centesimi di euro. Ora, riprende, "siamo in attesa dell'arrivo delle Navel spagnole".
Lo stand della Leonardi snc all'interno del mercato ortofrutticolo di Verona.
Discorso a parte meritano invece i limoni perché, spiega Leonardi: "Ddopo un luglio e un agosto con prezzi piuttosto elevati, adesso le quotazioni sono in calo perché sta arrivando la produzione fresca da nuovi fornitori: Turchia, Cile e Spagna. Il prodotto turco è di qualità mediocre, mentre quello spagnolo è buono ma ha prezzi sostenuti; parliamo di un +15% rispetto ai concorrenti."
Qui si annida però una criticità: se è vero che sta arrivando nuovo prodotto fresco dall'estero, "nelle celle frigo c'è ancora molto prodotto argentino: è lì da mesi e deve essere smaltito per far posto al nuovo". Chi ancora ne dispone, insomma, cerca di sbarazzarsi dei limoni argentini, creando così di fatto un doppio mercato.
"Per quanto riguarda i limoni freschi – commenta Leonardi – i prezzi oscillano tra 1,30 e 1,50 euro al chilo, sia che si parli di confezionato per i supermercati che di sfuso. Quelli argentini invece si collocano a qualsiasi prezzo, giocando al ribasso", l'importante è sbarazzarsene.
"Tra poco poi arriveranno i limoni italiani. Limitati quantitativi stanno già arrivando da Trapani; si tratta di prodotto precoce. A novembre invece toccherà al prodotto siracusano."
In tema di agrumi "va forte – dice Leonardi - il mandarino Miyagawa coltivato in Sicilia: non è ancora un prodotto di massa, ma nonostante questo è interessante e buono da mangiare, senza semi, dal sapore dolce ma deciso e la domanda è buona: lo si raccoglie verde e poi vira sul giallo. Si trova sul mercato da un mese e lo si piazza tra gli 80 centesimi e 1,50 euro al chilo. E' certamente di nicchia, ma interessante".
"In generale – conclude il grossista - c'è meno richiesta e già a ottobre le contrattazioni vanno a rilento. Le prospettive non sono rosee e se in passato si potevano anche fare delle programmazioni, oggi si lavora molto alla giornata."
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