E' il caso dei vivaisti che, in quanto fornitori di materiale vegetale non soggetto ad embargo, hanno continuato in questi mesi a lavorare con i Paesi dell'Est e con la Russia stessa, almeno fino ad oggi. Lo testimonia a FreshPlaza Michelangelo Leis, direttore di Vivai Mazzoni e breeder presso il CIV - Consorzio Italiano Vivaisti di Ferrara (facente capo ai gruppi Mazzoni e Salvi): "La situazione si sta facendo complicata ora che tanto la valuta russa quanto quella ucraina sono soggette ad una forte svalutazione, il che rende più costosi i prodotti di importazione. A tale situazione si aggiunge il crollo dei prezzi del petrolio e del gas, note fonti di introito per la Russia".
Michelangelo Leis.
Sull'improvvisa flessione dei prezzi del greggio, passati dai circa 100 dollari al barile a giugno 2014 agli 80 dollari di oggi, non mancano teorie del complotto, formulate però da parte di economisti degni di credito. In sostanza, gli Stati Uniti starebbero estraendo più petrolio insieme con l'Arabia Saudita proprio al fine di danneggiare economicamente l'Iran e la Russia.
Per quanto riguarda la partecipazione alla recente fiera Interpoma 2014 di Bolzano, il commento del direttore è positivo: "Abbiamo incontrato molti produttori da Stati Uniti, emisfero meridionale, Polonia e Ucraina. In particolar modo, i polacchi sono interessati a crescere qualitativamente per guadagnarsi l'accesso a mercati alternativi a quello russo. A mio avviso, si potrebbe fare qualcosa in più invece per coinvolgere rappresentanti aziendali dai paesi del Nord Africa, dove la frutticoltura è in pieno sviluppo".
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