Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Il melo in Piemonte: i risultati della ricerca in un incontro al CReSO

In Piemonte, la melicoltura è concentrata sulla fascia di altipiano sospesa a balconata ai piedi delle Alpi Marittime e Cozie, un ambiente pedemontano a 400-600 metri sul livello del mare. L'altitudine struttura la polpa del frutto, rendendola più soda e compatta, l'intensa radiazione luminosa e le escursioni termiche giorno/notte colorano intensamente l’epicarpo. Si è così sviluppata una tradizione di varietà buccia rossa, dalle autoctone Runsé, Dominici e Gambe fine, alle più recenti Gala, Fuji, Braeburn e Red Delicious, che costituiscono il paniere varietale della IGP Mela Rossa Cuneo.

Come ogni anno a fine stagione, il CReSO organizza un incontro con frutticoltori e tecnici per presentare i risultati della ricerca. Venerdì 28 novembre, presso la sede di Manta (CN), oltre 250 operatori di settore hanno partecipato all'incontro sul melo in Piemonte.


Silvio Pellegrino ha aperto i lavori. Ultimo sulla destra, Graziano Vittone.

L'incontro è stato aperto dal Direttore del CReSO, Silvio Pellegrino, il quale ha ricordato: "I 5.480 ettari coltivati e le 180 mila tonnellate di mele raccolte confermano, anche nel 2014, il ruolo strategico della coltivazione del melo per l'agricoltura piemontese. La melicoltura sta attraversando una fase di espansione delle superfici, supplendo spesso agli spazi lasciati liberi dall'actinidia colpita da batteriosi e dal pesco in crisi di competitività. Si guarda dunque al futuro con l'obiettivo di tradurre in pratica i più recenti frutti della ricerca; questo è il tema del convegno di oggi nel quale si metteranno a confronto realtà, scenari e tecniche di sviluppo".

Le interessanti opportunità offerte dall'innovazione varietale sono state presentate dal responsabile Lorenzo Berra, sulla base dell'esperienza diretta sul territorio. Berra ha illustrato le nuove varietà di mele rosse, interessanti per il carattere auto-diradante (self-thinning), per il gene di resistenza alla ticchiolatura, per le caratteristiche commerciali ed organolettiche del frutto (cfr. FreshPlaza del 19/11/2014).


Lorenzo Berra.

Berra ha detto: "Si tratta di nuove tipologie per aprire nuovi mercati e per aumentare la percentuale di frutti di prima scelta".

La stazione sperimentale piemontese fa parte del circuito nazionale "liste varietali dei fruttiferi" coordinato dal CRA e partecipa alla rete di ricerca europea EUFRIN –apple variety testing. Tutte le nuove varietà disponibili a livello internazionale sono state studiate in fase di prototipo dal CReSO. Se il periodo medio-precoce è ben coperto da varietà di successo come i nuovi cloni di Gala e Red Delicious, le attese sono concentrate nel periodo successivo, fino a 20 giorni dopo Golden Delicious. L'estirpo di centinaia di ettari di actinidia sta lasciando un vuoto nella logistica aziendale, da sostituire con varietà che si raccolgano lungo tutto il mese di ottobre.



All’intervento di Berra è seguito quello del suo collaboratore, Davide Nari (in foto qui sopra), il quale ha elencato le caratteristiche dei nuovi portinnesti in termini di classe di vigoria, attività pollonifera, attitudine all'emissione di sferoblasti, apparato radicale e resistenza a marciumi radicali.

La seconda parte della mattinata è stata poi moderata dal Dott. Graziano Vittone del CReSO che segue la coltivazione, dalle tecniche di potatura alla difesa dei fruttiferi. I primi 2 interventi riguardavano gli agenti patogeni ed i fattori predisponenti la formazione della Patina bianca sulla mela

Foto qui accanto: Patina bianca su Braeburn (foto Creso).

Il Dott. Silvio Grosso del Servizio Fitosanitario Regione Piemonte ha riferito al proposito: "La Patina bianca rappresenta un'alterazione dei frutti; consiste essenzialmente in un inestetismo della buccia dei frutti, giacché non causa marciume dei frutti colpiti. Si manifesta in forma di pellicola superficiale cerosa ed opaca, biancastra, aderente alla cuticola, talvolta associata con rugginosità. E' distribuita sulla buccia in modo non omogeneo ma a chiazze: la sua localizzazione è prevalente nella metà superiore del frutto, in corrispondenza della cavità peduncolare, generalmente i frutti più colpiti sono quelli posti nel lato più ombreggiato e nei rami più bassi della pianta. Gli agenti eziologici principali della patina bianca sono miceti epifiti del genere Tilletiopsis, quelli secondari presenti in Piemonte sono Aureobasidium pullulans e Rhodotorula glutinis".


Silvio Grosso.

La patina bianca è maggiormente diffusa in annate molto piovose come quella del 2014; inoltre pare che i gruppi varietali più sensibili a questo inestetismo siano gruppo Red Delicious, gruppo Gala, Ambrosia e gruppo Braeburn. Il tecnico Creso, Luca Nari, ha aggiunto: "Alcune misure agronomiche preventive per controllare la patina bianca sono 1) gestire la vigoria delle piante in caso di terreni fertili evitando il lussureggiamento, 2) evitare i concimi fogliari contenenti azoto, 3) gestire correttamente la potatura invernale e favorire l'aerazione della chioma con potature verdi, 4) evitare abbondanti irrigazioni estive prediligendo il sistema a goccia".


Luca Nari.

Per quanto riguarda la difesa, il Dott. Marco Pansa dell'Università di Torino e Alan Pizzinat, Tecnico del CReSo, hanno presentato la nuova minaccia per la frutticoltura, Halyomorpha halys (in foto qui accanto), la nuova cimice individuata nel 2013 su pesco a San Benigno di Cuneo e quest'anno segnalata anche su altre specie ed altre località. L'arrivo di questo nuovo fitofago esotico potrebbe complicare ulteriormente la difesa.

Negli USA Halyomorpha halys è diventato un fitofago chiave di melo e pesco, tanto da comprometterne l'intera produzione, in alcune aree. Il Dott. Pansa ha spiegato: "Si tratta di un insetto che può compiere da 1 a 4-6 generazioni all'anno e la temperatura ottimale per il suo ciclo biologico varia da 20 a 30°C. Esso sverna nelle abitazioni, rappresentando anche un problema urbano. Le ovature, gruppi di 20-30 uova, sono sulla pagina inferiore delle foglie. L'insetto è polifago. Per il momento può essere controllato con la lotta chimica, utilizzando fosforganici e piretroidi, consapevoli però dell'impatto negativo che questi prodotti chimici possono avere per la difesa integrata".


L'intervento del dott. Marco Pansa.

Negli USA, laddove il problema è serio, si arriva a fare 9 interventi chimici. Quest'anno la cimice è stata monitorata con trappole attrattive (Rescue® traps) e con frappage, la tecnica di scuotimento di piante campione.

Alan Pizzinat ha detto: "Dal primo anno di monitoraggio abbiamo osservato che nel nostro areale la cimice compie 1-2 generazioni. Abbiamo avuto un numero elevato di catture, mentre danni maggiori si sono avuti sui bordi degli appezzamenti. Per il momento abbiamo rilevato danni per oltre il 24% su nettarine, pero e nashi. Infine, per quanto riguarda la lotta chimica, il clorpirifos metile è risultato il più efficace, già dopo 24 h, in termini di percentuale di mortalità".


Alan Pizzinat.

L’incontro si è concluso con l’intervento dei tecnici CReSO, Michele Giraudo e Alessio Pavarino, che hanno illustrato le nuove proposte per migliorare il carico fruttifero del melo attraverso il corretto diradamento.



Michele Giraudo (qui sopra in foto) ha parlato di diradamento meccanico (cfr. FreshPlaza del 19/11/2014), mentre Alessio Pavarino (qui sotto in foto) ha parlato del metamitron (Brevis), la molecola diradante, registrata lo scorso maggio 2014 per il diradamento delle pomacee e disponibile sul mercato dal 2015.



Le presentazioni saranno a breve disponibili sul sito: www.cresoricerca.it