Il CRA-ACM di Acireale crede nella valorizzazione delle melagrane
Il direttore del CRA-CMA Paolo Rapisarda, secondo da sinistra, insieme ai relatori.
Al convegno sono stati invitati a relazionare docenti universitari e ricercatori del CRA, con qualificata esperienza internazionale nel settore del miglioramento genetico e delle tecniche colturali e delle proprietà nutraceutiche del melograno. In particolare, Stefano La Malfa del Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell'Università di Catania e la Flora Valeria Romeo del CRA-ACM.
Ricercatori e operatori della filiera hanno potuto confrontarsi sulle problematiche del settore per sviluppare nuove strategie di intervento che consentano la valorizzazione dei frutti e dei derivati del melograno.
Il direttore del CRA-ACM Paolo Rapisarda ha messo in risalto le proprietà nutraceutiche della specie Punica granatum L. (Melograno), i cui frutti possono essere consumati freschi, sotto forma di bibite e succhi, oppure trasformati per la produzione di marmellate e sciroppi.
E' stata ormai dimostrata l'attività biologica del succo di melograno contro alcune patologie la cui eziologia è da ricondurre alla eccessiva produzione di radicali liberi. Poiché l'epidermide del frutto risulta costituita per oltre il 30% da tannini, è pratica usuale il suo impiego in nutraceutica e cosmesi.
La Malfa, Gentile, Rapisarda.
Ha chiuso il lavori Alessandra Gentile, Prorettore dell'Università di Catania, mettendo in evidenza il ruolo della Ricerca nei confronti della filiera: garantire tutto il supporto necessario agli operatori del settore. D'altra parte, i vivai devono assicurare il reperimento del germoplama a chi volesse realizzare impianti di melograno. La professoressa Gentile ha quindi auspicato la possibilità di una trasformazione che porti ad un "prodotto italiano" derivante da germoplasma locale.
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