UE: redditi agricoli reali -1,7% nel 2014, -11% in Italia
I dati rappresentano le prime stime per il 2014 sul reddito agricolo reale per attivo in agricoltura pubblicate oggi dell'Ufficio statistico dell'UE. Dalle statistiche Eurostat emerge che in ben 20 Stati membri su 28 l'andamento del reddito agricolo reale per attivo nel 2014 è di segno negativo. Progressioni si registrano solo in Slovenia (+13,3%), Ungheria (+9,1%), Repubblica Ceca (+7,2%), Regno Unito (+6,4%), Grecia (+4,4), Cipro (+1,8%), Francia (+1,2%) e Germania (+0,2%).
L'andamento dei redditi è dovuto principalmente - secondo Eurostat - a un calo del valore della produzione vegetale (-6%) e ad una riduzione minore di quella animale (-0,9%). Ha fatto da contrappeso la diminuzione in media del 3,6% dei consumi legati alla produzione agricola: dal costo dei mangimi (-8,1%) a quello dei fertilizzanti (-6,4%) a quelli energetici (-3,9%). Anche la manodopera agricola èscesa del 2,3%.
L'Italia, come la maggioranza degli Stati membri, ha subito il contraccolpo del calo del valore della produzione vegetale e la conseguente caduta dei prezzi nell'UE (-9,5%), leggermente attenuata da un aumento del volume della produzione (+3,8%). Le riduzioni di prezzo più sensibili sono state per patate (-24,5%), semi oleosi (-14,7%), cereali (-13,9%), barbabietole da zucchero (-11,6%), frutta (-10,7%), olio d'oliva (-8,2%), legumi freschi (-6,5%), vino (-4%).
"I dati sul livello del reddito degli agricoltori italiani (-11% in un anno) – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – palesano i danni causati in questi anni dal disinteresse e da politiche sbagliate; nonché la lunga strada che ancora c'è da fare".
"Le stime pubblicate dall'ufficio statistico dell'UE – continua Tiso – confermano le difficoltà del primario e in particolar modo dei suoi operatori. Ma è surreale che un paese come il nostro, storicamente a vocazione agroalimentare, faccia registrare una delle maggiori contrazioni del reddito agricolo".
"Il nostro auspicio – conclude Tiso – è che questi dati vengano commentati dal ministero e dal governo con la serietà che meritano, e soprattutto con una riflessione su quel che è stato fatto in questi anni e su come invece sia necessario innescare una immediata inversione di marcia".