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Il frutto a guscio e' uno dei più avidi d'acqua sul pianeta

Il paradosso californiano: manca l'acqua ma si piantano sempre piu' mandorle

Nella California a corto d'acqua e alle prese con la peggiore siccità degli ultimi decenni non si arresta la "corsa alle mandorle", una delle colture più avide d'acqua del pianeta.

Il terreno destinato mandorle è in continua crescita. Dal 2007 al 2013 è cresciuto del 20% e ora copre 380mila ettari della California (foto a destra. Fonte MotherJones.com), più di Rhode Island, e i pistacchi si stanno diffondendo ancora di più: +75% dal 2005 al 2012.

Dal 2005 a oggi la produzione di mandorle della California – e specialmente nella Contea di Fresno, da dove viene una mandorla su cinque di quelle coltivate nello stato occidentale - è più che raddoppiata e ora è quasi più importante della viticoltura locale.

Nel 2012, il valore del settore in California era di 4,8 miliardi di dollari (foto sotto a sinistra. Fonte MotherJones.com), il triplo di dieci anni prima, mentre a Wall Street mandorle e affini sono diventati una commodity globale e hanno scatenato una corsa all'oro nella Central Valley californiana, dove si coltiva l'80% delle mandorle mondiali e il 43% e 28% rispettivamente di pistacchi e noci.

Negli ultimi anni, i maggiori fondi d'investimento hanno puntato sulle mandorle californiane: la TIAA-CREF, un importante fondo pensione e d'investimento di New York che gestisce quasi mezzo trilione di dollari, gestisce in California 15mila ettari di terreni agricoli, producendo 18 milioni di chili di mandorle. L'HAIG - Hancock Agricultural Investment Group invece gestisce terreni agricoli per 2,1 miliardi di dollari; nel 2013 venivano dalle mandorle il 30% dei suoi rendimenti, molto più che da altri prodotti agricoli come l'uva da vino, le mele, i mirtilli, il mais e la soia.

Nonostante questo e nonostante il fatto che il 72% delle 6.500 aziende agricole che producono mandorle in California siano a conduzione famigliare, i produttori numero uno sono una coppia di magnati di Beverly Hills: Stewart e Lynda Resnick, che hanno oltre 28mila ettari di mandorle e pistacchi che controllano dalla produzione alla trasformazione, fino alla commercializzazione.


Piante di mandorle

A spingere questa "corsa alle mandorle" sono state le qualità nutrizionali delle mandorle: salutari perché povere di carboidrati e dall'alto contenuto di grassi monoinsaturi e proteine. Dal 2005 a oggi, negli Stati Uniti, il consumo pro capite di mandorle è cresciuto del 225%, superando le arachidi come frutto a guscio preferito dagli americani. La WhiteWave Food riporta che, nel primo trimestre del 2014, la vendita del suo latte di mandorle è cresciuta del 54%. Per l'azienda questo latte rappresenta ora i due terzi delle sue vendite totali di latte, persino più del latte di soia. Le mandorle hanno tantissimi usi negli States: come spuntino, le si usa per fare il burro di arachidi e così via. Anche la pubblicità ci ha messo lo zampino: l'anno scorso le mandorle hanno beneficiato di investimenti pubblicitari per 28 milioni di dollari.

Nonostante tutti questi numeri da record, però, è dall'estero che viene la domanda maggiore di mandorle californiane. La California esporta il 70% della propria produzione di mandorle, specie in Cina (foto a destra. Fonte MotherJones.com). Dal 2007 al 2013 l'export verso il gigante asiatico e Hong Kong è più che quadruplicato. Così oggi sono le mandorle il principale prodotto d'esportazione statunitense, per un valore di 3,4 miliardi di dollari. Noci e pistacchi rappresentano invece il terzo e il quarto prodotto d'esportazione di punta, con più di un miliardo di dollari di valore ognuno, poco dietro a quel miliardo e 400 milioni di dollari che vale il vino, secondo prodotto d'esportazione. Di conseguenza, i prezzi all'ingrosso delle mandorle sono cresciuti del 78% dal 2008 al 2012, a fronte di un aumento della produzione del 16%.

C'è qui un però. A parità di superficie, i mandorleti necessitano di un terzo d'acqua in più dell'uva. Per fare una mandorla servono quasi quattro litri d'acqua, mentre per un acino d'uva ne serve in proporzione un terzo e due volte e mezzo in meno per fare una fragola. C'è più acqua in 4 mandorle che in un cespo di lattuga. Per una proporzione, si pensi che per produrre 25 mandorle serve tanta acqua quanta se ne usa in una doccia di 10 minuti.



Nei tre grafici sopra (clicca qui per vederli ingranditi), da sinistra a destra. La percentuale della produzione di mandorle in California sul totale nazionale diviso per area / L'intensità della siccità al 6 gennaio 2015. / Le differenze di livello delle falde acquifere. (Fonte MotherJones.com su dati California County Agricultural Commissioners, US Drought Monitor e California Department of Water Resources)

Insomma, quella delle mandorle è una delle colture più avide d'acqua che ci siano; un po' un controsenso per una regione che è alle prese con una delle peggiori siccità della storia (cfr. FreshPlaza del 18/12/2014). Nonostante questo, la produzione di mandorle non è stata minimamente intaccata, anzi: tra luglio 2014 e luglio 2013 i produttori hanno acquistato 8,33 milioni di nuove piante di mandorle, il 25% in più dell'anno prima e una pianta su quattro delle nuove è andata a sostituire quelle più vecchie. La differenza ha consegnato alla California oltre 19mila nuovi ettari di mandorleti, o tre volte l'area di Manhattan.


La raccolta delle mandorle in California.

Ma in un periodo di siccità, da dove viene l'acqua di cui queste piante hanno bisogno? Dal sottosuolo. In tutti gli altri stati interessati dalla siccità, le autorità hanno limitato l'acqua che ognuno può pompare fuori dal terreno, dal sottosuolo, ma in California non è andata così.

Di conseguenza, sono anni che gli agricoltori californiani stanno attingendo a più non possono dalle false del sottosuolo e tra il 2003 e il 2010 la Central Valley ha perso 20 chilometri cubici di acqua di falda, tanta quanta ne consuma tutta New York in 11 anni. Poi, nel 2011, è arrivata la siccità, in un momento in cui si pompava acqua fuori dal sottosuolo a un ritmo di 7 chilometri cubici all'anno

Diversi recenti studi stimano che in realtà la California sia agli albori di una "megasiccità" e in molti credono che la combinazione tra l'eccessivo pompaggio dell'acqua dal sottosuolo e la siccità possa avere effetti catastrofici per la Central Valley. Richard Howitt, economista agrario alla California University, l'ha definito "un disastro ferroviario al rallenty".


Gli effetti della siccità in California.

Nonostante la siccità e il fatto di essere praticamente un forno a cielo aperto, la Central Valley è considerata come una delle zone agricole più produttive del mondo: lì si coltivano i due terzi di tutta la frutta e verdura degli States, il che richiede grandi quantità di acqua, il 9% della quale usata per le mandorle, tanta quanta – 3,4 miliardi di metri cubi - si stima basterebbe per soddisfare i bisogni di utenze domestiche e commerciali di quasi 4 volte Los Angeles, come conclude Carolee Krieger del California Water Network Impact.

La California agricola è così vorace d'acqua che tutto l'ecosistema è al collasso: ad esempio il 90% degli specchi d'acqua è scomparso. La caccia all'acqua sotterranea è ai suoi massini nella valle di San Joaquin, dove si coltiva il 43% delle mandorle della California e dove il numero di permessi per perforare il suolo è più che raddoppiato tra il 2011 e il 2013.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.motherjones.com