Attualmente la coltivazione dell'Actinidia in Italia sta attraversando una fase di convivenza con le batteriosi a cui è soggetta: la Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA), la Pseudomonas syringae pv. syringae (PSS) e la Pseudomonas viridiflava (PV), batteri fitopatogeni che compiono parte del loro ciclo biologico a carico degli organi aerei delle piante di Actinidia spp.
Ma sono davvero efficaci e necessari i trattamenti in fase vegetativa per il contenimento delle batteriosi su Actinidia? A porsi questa domanda sono molti produttori.
Il dottor agronomo Diego Snidaro, tramite i suoi continui monitoraggi in campo negli actinidieti ha provato a dare una risposta a questo quesito.
"Si è potuto osservare il manifestarsi della maculatura batterica su una coltivazione di Actinidia chinensis cv. Soreli, situata a Cisterna (in provincia di Latina) nella proprietà del signor Di Chiara Maurizio, in forma incredibilmente aggressiva - ha spiegato l'agronomo - Gli organi aerei delle piante non trattate in funzione di determinati andamenti climatici e di una ridotta adozione di opportune strategie di difesa preventive, hanno subito l'attacco delle batteriosi manifestando gravi danni sulla vegetazione".
"L'alta patogenicità dei batteri è stata favorita dal verificarsi di nebbie mattutine (almeno due giorni a metà aprile) e di piogge (tra il 27 ed il 28 aprile sono caduti dai 25 ai 35 mm) nelle diverse aree sottoposte a monitoraggio nel territorio di Latina. L'impianto, dell'età di 7 anni, è stato innestato con la cv. Soreli nel 2011; il 25 marzo è avvenuta la fase di rottura gemme e i trattamenti fitosanitari, su tutto il campo, sono stati effettuati il 31 marzo e il 10 aprile".
"In data 18 aprile è stata lasciata "non trattata" una porzione di campo come test. Il 30 aprile 2015 erano ben evidenti i danni sulle parti verdi della coltura, con aree necrotiche brunastre, anche rilevanti, su foglie e germogli (nella foto 1) e imbrunimento dei boccioli fiorali (nella foto 2) in grado di compromettere seriamente la produzione dell'annata sia in termini quantitativi che qualitativi, poiché i fiori parzialmente danneggiati, danno origine a frutti deformi e di scarso valore commerciale".
Foto 1
"Da questa semplice ma importante osservazione in campo - ha proseguito l'agronomo - possiamo suggerire che un'opportuna strategia di difesa fitosanitaria in fase vegetativa deve basarsi su una protezione preventiva con interventi tempestivi effettuati con prodotti cuprici, acuprici o antagonisti naturali oppure tramite fertilizzanti, biostimolanti o induttori di resistenza. E' molto importante conoscere il meccanismo di azione dei prodotti impiegati per farne un buon uso e determinare in tal modo il turno di rientro del trattamento dopo gli eventi climatici che favoriscono lo sviluppo del patogeno, abbattendo il rischio del danno".
Foto 2 | Foto 3 |
Nello stesso giorno è stato possibile verificare la presenza di danni anche su piante di Actinidia deliciosa cv. Hayward (foto 3 e foto 4).
Foto 4
"Questo evidenzia che lo sviluppo vegetativo non è determinante per l'attacco dei batteri (le varietà a polpa gialla hanno circa 7-10 giorni di anticipo nello sviluppo vegetativo), ma sono importanti le condizioni climatiche che determinano la dinamica dello sviluppo dei batteri (umidità, precipitazioni e temperature fresche)".
"Pertanto - ha concluso l'agronomo - la protezione fitosanitaria nell'areale produttivo pontino è necessaria fino all'arrivo dell'estate, quando l'assenza di pioggia, una ridotta umidità relativa e le elevate temperature riducono l'attività biologica dei batteri, permettendo un esclusivo impegno nella cura della qualità del kiwi fino alla sua raccolta autunnale".
Per maggiori informazioni:
Dottor Agronomo Diego Snidaro
Studio Tecnico agronomico Borgo Montello
via Sterpara 123
04100 Latina (Italy)
Tel: (+39) 338 2507126
Mail: [email protected]