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Quanto sono efficaci i trattamenti in fase vegetativa per il contenimento della batteriosi sulla actinidia?

 Per oltre 30 anni la coltivazione dell'Actinidia in Italia è stata possibile senza l'applicazione di alcun trattamento fitosanitario. L'avvento del cancro batterico nel 2008 ha però richiesto la necessità di definire un protocollo fitosanitario di contenimento, inserito in un più ampio programma agronomico-colturale in grado di ridurre i rischi d'infezione e di diffusione del patogeno.

Attualmente la coltivazione dell'Actinidia in Italia sta attraversando una fase di convivenza con le batteriosi a cui è soggetta: la Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA), la Pseudomonas syringae pv. syringae (PSS) e la Pseudomonas viridiflava (PV), batteri fitopatogeni che compiono parte del loro ciclo biologico a carico degli organi aerei delle piante di Actinidia spp.
 
Ma sono davvero efficaci e necessari i trattamenti in fase vegetativa per il contenimento delle batteriosi su Actinidia? A porsi questa domanda sono molti produttori.

Il dottor agronomo Diego Snidaro, tramite i suoi continui monitoraggi in campo negli actinidieti ha provato a dare una risposta a questo quesito.

"Si è potuto osservare il manifestarsi della maculatura batterica su una coltivazione di Actinidia chinensis cv. Soreli, situata a Cisterna (in provincia di Latina) nella proprietà del signor Di Chiara Maurizio, in forma incredibilmente aggressiva - ha spiegato l'agronomo - Gli organi aerei delle piante non trattate in funzione di determinati andamenti climatici e di una ridotta adozione di opportune strategie di difesa preventive, hanno subito l'attacco delle batteriosi manifestando gravi danni sulla vegetazione".

"L'alta patogenicità dei batteri è stata favorita dal verificarsi di nebbie mattutine (almeno due giorni a metà aprile) e di piogge (tra il 27 ed il 28 aprile sono caduti dai 25 ai 35 mm) nelle diverse aree sottoposte a monitoraggio nel territorio di Latina. L'impianto, dell'età di 7 anni, è stato innestato con la cv. Soreli nel 2011; il 25 marzo è avvenuta la fase di rottura gemme e i trattamenti fitosanitari, su tutto il campo, sono stati effettuati il 31 marzo e il 10 aprile".

"In data 18 aprile è stata lasciata "non trattata" una porzione di campo come test. Il 30 aprile 2015 erano ben evidenti i danni sulle parti verdi della coltura, con aree necrotiche brunastre, anche rilevanti, su foglie e germogli (nella foto 1) e imbrunimento dei boccioli fiorali (nella foto 2) in grado di compromettere seriamente la produzione dell'annata sia in termini quantitativi che qualitativi, poiché i fiori parzialmente danneggiati, danno origine a frutti deformi e di scarso valore commerciale". 


Foto 1

"Da questa semplice ma importante osservazione in campo - ha proseguito l'agronomo - possiamo suggerire che un'opportuna strategia di difesa fitosanitaria in fase vegetativa deve basarsi su una protezione preventiva con interventi tempestivi effettuati con prodotti cuprici, acuprici o antagonisti naturali oppure tramite fertilizzanti, biostimolanti o induttori di resistenza. E' molto importante conoscere il meccanismo di azione dei prodotti impiegati per farne un buon uso e determinare in tal modo il turno di rientro del trattamento dopo gli eventi climatici che favoriscono lo sviluppo del patogeno, abbattendo il rischio del danno".



Foto 2
Foto 3
 
Nello stesso giorno è stato possibile verificare la presenza di danni anche su piante di Actinidia deliciosa cv. Hayward (foto 3 e foto 4). 


Foto 4

"Questo evidenzia che lo sviluppo vegetativo non è determinante per l'attacco dei batteri (le varietà a polpa gialla hanno circa 7-10 giorni di anticipo nello sviluppo vegetativo), ma sono importanti le condizioni climatiche che determinano la dinamica dello sviluppo dei batteri (umidità, precipitazioni e temperature fresche)".

"Pertanto - ha concluso l'agronomo - la protezione fitosanitaria nell'areale produttivo pontino è necessaria fino all'arrivo dell'estate, quando l'assenza di pioggia, una ridotta umidità relativa e le elevate temperature riducono l'attività biologica dei batteri, permettendo un esclusivo impegno nella cura della qualità del kiwi fino alla sua raccolta autunnale". 

Per maggiori informazioni:
Dottor Agronomo Diego Snidaro
Studio Tecnico agronomico Borgo Montello
via Sterpara 123
04100 Latina (Italy)
Tel: (+39) 338 2507126
Mail: [email protected]