Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

"Bel'Export (da Mosca): "Credo che alla fine dovremo lasciar perdere il mercato russo"

E' ancora in corso, fino alla giornata di oggi (17 settembre 2015) la fiera World Food Moscow. Dopo l'introduzione dell'embargo russo, gli esportatori olandesi avevano già dichiarato di non volervi più partecipare. I belgi, al contrario, hanno comunque deciso di prendervi parte, presentandosi sotto la bandiera dell'organizzazione VLAM con sette esportatori.

FreshPlaza ha chiesto a Tony Derwael della compagnia Bel'Export se i belgi nutrono ancora speranze per questo mercato. Derwael sostiene che il Belgio sia interessato a mantenere i contatti e ritiene che prima o poi la Russia sbloccherà la situazione, anche se il mercato non tornerà mai più come prima.



Nessun miglioramento
Da Paesi Bassi e Belgio venivano inviati enormi volumi di pomacee verso la Russia. Anche l'anno scorso, per vie traverse, sono state consegnate molte pere. Daerwel: "Abbiamo partecipato alla fiera World Food Moscow anche l'anno scorso, ma l'umore era molto basso. Le pere allora si vendevano a pochissimo prezzo ma ancora ci si augurava che l'embargo sarebbe durato solo un anno; questa è la ragione per cui gli esportatori si sono iscritti pure all'edizione della fiera di quest'anno. Purtroppo, non è stato questo il caso, e la situazione politica non è affatto migliorata".

Minori effetti dell'embargo
L'anno scorso Daerwel si recava regolarmente in Russia e ha potuto notare la presenza di pere Conference nei negozi. "Quest'anno la situazione è un'altra. Le Conference continuano a essere un prodotto importante, ma molti rivenditori non osano più procurarsele. La pressione politica è alta e diventerebbe troppo rischioso acquistare merci occidentali, in quanto si potrebbe perdere la licenza. Le cose possono ancora cambiare, ma fino a che durerà l'embargo non credo che gli importatori acquisteranno Conference". Tuttavia, secondo Daerwel gli effetti dell'embargo, ormai, si sentono appena e l'umore tra gli operatori è tornato molto positivo, persino troppo. "La situazione in Russia sarà persino più rigida, quest'anno. Eppure, siamo stati anche al mercato all'ingrosso e abbiamo visto ancora prodotti europei in circolazione".

Il caso delle pere Conference
La Russia non è ancora autosufficiente. "Si lavora duro, nel Paese, e al momento vengono elargiti moltissimi fondi ai coltivatori di frutta e verdura per far aumentare la produzione. Si investe in enormi complessi serricoli ogni giorno. Ma i Russi non potranno coltivare tutti i prodotti ortofrutticoli. Le pere Conference, per esempio, sono disponibili solo da noi, perciò la Russia non acquisterà mai autosufficienza in materia di pere. Una pera su tre venduta in Russia era una Conference, perciò la fornitura di pere Conference dal Belgio non potrà essere sostituita".



Un mercato importante per i volumi
Eppure, Daerwel ritiene che si dovrebbero prendere le distanze dalla Russia. "Non sarà mai più come prima. Gli importatori russi devono trovare alternative e le troveranno. Alla fine, si concentreranno più sull'Asia, secondo me. Da un punto di vista politico, credo che ci siamo fatti condizionare troppo dagli USA e questo ci è costato molto denaro. All'America importa ben poco dell'embargo, in quanto esportano forse solo alcuni volumi di noci in Russia. Dal Belgio, invece, veniva spedita la metà delle pere. Siamo le vittime principali del boicottaggio, insieme alla Polonia. Si può essere a favore o contro la Russia, ma sta di fatto che il Paese costituiva un grande mercato. Naturalmente ci sono anche rischi per i pagamenti, ma si trattava di un mercato importante per i volumi... ormai credo che dovremo lasciar perdere".

Nuovi mercati
Nel frattempo, il Belgio sta lavorando all'apertura di nuovi mercati. "Un esempio è il Canada e, subito dopo, c'è la Cina. I volumi inviati qui sono ancora "noccioline". Si è parlato di un export di 10 milioni di kg in Cina e questo è già qualcosa. Ma, tutto sommato, questi volumi sono ben pochi per una produzione di 370 milioni di kg. Accedere a nuovi mercati costa tempo e ci vogliono anni prima che si possano inviare grandi volumi".
Data di pubblicazione: