Il batterio, infatti, non è scomparso e nel corso della primavera 2015 sono stati osservati sintomi in diversi actinidieti, anche se in maniera meno diffusa e grave.
La riduzione di aggressività del batterio e l'attuale fase di convivenza può essere spiegata da tre aspetti:
- il minor freddo invernale - nel corso degli ultimi due anni non si sono registrate temperature negative estreme e prolungate come nel 2011 e 2012;
- l'eliminazione dell'inoculo primario dal 2011 al 2013, con l'estirpo degli actinidieti focolaio, che favorivano la diffusione della malattia;
- la strategia di difesa basata su prodotti rameici a fine e inizio stagione e acibenzolar-metile (Bion), che ha permesso di proteggere le piante nei periodi di maggiore sensibilità.
Dalle analisi condotte dal Settore Fitosanitario regionale piemontese, si esclude la presenza di marciumi radicali causati da Phytophthora e Armillaria, pertanto le cause vanno ricercate nelle pratiche colturali di gestione dell'irrigazione e del suolo: il compattamento del suolo e l'eccesso idrico rappresentano per il momento i due aspetti principali su cui indagare e su cui già esistono studi in corso.
Fonte: Graziano Vittone e Luca Nari, "Campagna 2015: il meteo e la situazione fitosanitaria su pomacee, drupacee e actinidia", Notiziario Asprofrut, Dicembre 2015, pag. 11-12.