Bestack e Unibo brevettano imballaggi attivi: 850mila ton di ortofrutta salvate dalla spazzatura
Merito del cartone ondulato degli imballaggi "attivi" di Bestack, un packaging innovativo che il consorzio – che riunisce i produttori italiani di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta – ha presentato nella giornata inaugurale di Macfrut, la kermesse ortofrutticola in agenda a Rimini Fiera fino a venerdì 16 settembre.
Si tratta di cassette per frutta e verdura in cartone ondulato con l'aggiunta di una soluzione concentrata di oli essenziali naturali, in grado di contrastare la deperibilità del prodotto. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il consorzio nazionale Comieco.
Il calcolo, ottenuto rapportando gli esiti delle ricerche sviluppate dall'Università di Bologna sull'utilizzo degli imballaggi innovativi per ortofrutta, con il totale di quanto è stato destinato al consumo fresco in Italia nel 2015, è solo un primo risultato. Per tutta l'ortofrutta italiana si prevede infatti che il nuovo cartone Bestack possa ridurre ulteriormente lo scarto, risparmiando un miliardo di euro per circa 850mila tonnellate di prodotto: il 10% della frutta e della verdura consumata in Italia in un anno.
Il brevetto Bestack si inserisce nel solco della nuova normativa antispreco (vedi news FreshPlaza), la legge 166 pubblicata in gazzetta ufficiale il 30 agosto.
"Una legge che va a colmare un vuoto e regola un tema sempre più caro all'opinione pubblica - sottolinea il direttore di Bestack, Claudio Dall'Agata (nella foto sotto) - Il tema dello scarto è inevitabilmente collegato al periodo di conservazione dei cibi e diventa ancora più stringente per i prodotti freschi e freschissimi, come frutta e verdura. Se quindi l'ortofrutta è un comparto strategico per l'agricoltura italiana, è prioritario orientare progetti di sviluppo e ricerca in quest'ambito. Lo ha fatto Bestack, puntando su un nuovo concetto di packaging: la confezione come strumento che protegge il prodotto e lo migliora".
Il percorso, iniziato cinque anni fa, ha portato a novembre 2015 a un brevetto che ora, dopo le necessarie verifiche e sperimentazioni per l'industrializzazione del progetto, è pronto per essere lanciato. La ricerca è stata affidata al team della professoressa Rosalba Lanciotti del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna, sede di Cesena. L'obiettivo era trovare un imballaggio in grado di contrastare la deperibilità di frutta e verdura, allungarne i tempi di commercializzazione e aumentarne la shelf life.
Analisi comparativa in una catena di punti vendita, tra l'imballaggio in cartone ondulato tradizionale Bestack e quello attivo
In tre mesi sono state fatte 4.500 analisi e 200 campionamenti su fragole, albicocche e nettarine. Le ricerche hanno dimostrato che l'utilizzo di imballaggi attivi ha consentito, in tutte le condizioni di temperatura, ma specialmente nei periodi più caldi, di contrastare la proliferazione di organismi degradativi. La quantità di prodotto da scartare è stata ridotta dal 13 all'8% per le fragole, dal 18 al 13% per le albicocche e dal 25 al 20% per le nettarine.
E i prodotti ortofrutticoli, è emerso, guadagnano in shelf life un ulteriore lasso di tempo: da uno a un giorno e mezzo in più con gli imballaggi attivi. Ciò si traduce in maggiore sostenibilità, economica e ambientale, e in consumi più attenti e orientati a una riduzione dello spreco alimentare. L'utilizzo in Italia di imballaggi attivi in cartone ondulato Bestack, infatti, consentirebbe di evitare di sprecare 8.300 tonnellate di fragole per un valore di 29,1 milioni di euro, 12.000 tonnellate di albicocche per un valore di 27,9 milioni, 84.000 tonnellate di pesche e nettarine per un valore di 134 milioni.