Il primo passo per una buona irrigazione e' una buona progettazione
Tanto per le colture in pieno campo quanto per quelle fuori suolo, ha spiegato il dott. agronomo Silvio Fritegotto (nella foto a destra) "la progettazione è fondamentale, per avere un'uniformità di distribuzione dell'acqua e per migliorare l'efficienza dell'impianto; il che vuol dire risparmiare risorsa idrica ed energia, che a sua volta significa benessere vegetale: se le piante stanno bene crescono bene e producono bene, e ciò permette di portare al massimo l'espressione genetica del seme".
Più facile a dirsi che a farsi perché una buona irrigazione (il focus principale dell'intervento dell'agronomo era sulla fertirrigazione) è in fin dei conti un sottile equilibrio tra tanti fattori, a partire dall'acqua; è già qui le cose si complicano perché, ha ripreso Fritegotto, "sembra facile dire faccio analizzare l'acqua, ma in realtà non è così semplice, perché per esperienza non tutti i laboratori sono in grado di effettuare analisi dell'acqua per fini agricoli. Normalmente lo fanno per usi alimentari, cercando sostanze ed elementi inutili ai nostri fini".
Una volta che si conosce di che tipo di acqua abbiamo la disponibilità, si può poi parlare di acidificazione, per portarla al pH giusto, e dell'aggiunta dei nutrienti per la fertirrigazione.
Un momento dell'incontro di ieri.
Quindi occorre pensare all'impianto: dove stendere canaline e manichette; dove mettere i punti goccia; come regolare le portate e per quanto far andare l'impianto. E qui il consiglio dell'agronomo: "Meglio usare portate più basse e far funzionare l'impianto più a lungo, perché questo permette di usare una pompa più piccola e, in tutta la nostra equazione, è il tempo l'elemento che costa di meno. Normalmente si fa una progettazione su 18/20 ore di funzionamento al giorno, per poter far fronte anche alle criticità". Questo richiama anche un altro elemento: quello dell'automazione.
Infine nell'equazione dell'irrigazione arriva il terreno (o il substrato) e qui, come nel caso dell'acqua, è bene effettuare delle analisi, ma come nell'acqua "attenzione - ha ripreso l'agronomo - perché le analisi del terreno sono un'interpretazione statistica della situazione chimico-fisica, perché viene da un campione, ed è nel campionamento che si annida l'80% dell'errore. E' e rimane una statistica, non è un dato assoluto da prendere per oro colato: il primo passo è certamente fare bene il campionamento".
Avere dati e numeri alla mano permette di sapere con che cosa si ha a che fare, che tipologia di terreno, decidere quali e quanti nutrienti aggiungere in fase di fertirrigazione e decidere anche quanto e quando irrigare in funzione della capacità del terreno di rilasciare acqua e nutrienti perché, ha concluso Fritegotto, "se la pianta ha a disposizione dell'acqua e dei nutrienti facili facili, allora per assorbirli usa poca energia, e quell'energia che risparmia la usa per crescere di più e meglio".
Nella giornata di ieri si è parlato anche di coltivazione fuori suolo e di patologie radicali, mentre oggi 5 ottobre si discuterà delle opportunità per le aziende agricole socie di OP, del nuovo Psr toscano 2014-2020 e della comunicazione innovativa come strumento per la fidelizzazione del consumatore.