Effetti dell'embargo russo: 'Presto i paesi ex-URSS saranno autonomi per il materiale vivaistico'
Melo: dominano le rosse
"Quest'anno – ci spiega la Salvi – abbiamo commercializzato molto verso l'estero, meno in Italia, dove ora (sul fronte dei nuovi impianti, ndr). C'è una tendenza verso le mele rosse, riscontrabile in tutta Europa e fuori. Il mercato Russo, per esempio, è principalmente attirato da mele rosse in generale, nello specifico le tipologie Gala, Red Delicious, Fuji. ".
"Commercialmente – riprende - la Gala ha ancora molto spazio, considerando anche che viene bene un in tutti gli areali produttivi, dal Trentino Alto Adige al Veneto, all'Emilia-Romagna, a differenza ad esempio della Fuji che ha qualche problema di alternanza e che in alcune zone non colora", tant'è che proprio a Interpoma sono stati presentati dei cloni di Fuji che intendono ovviare a questi problemi.
Silvia Salvi, titolare della Salvi Vivai. Qui fotografata nello stand dell'azienda a Interpoma 2016.
Anche la Jeromine, la medaglia di bonzo delle piante di melo commercializzate dalla Salvi Vivai, è una mela rossa: "Colora molto, al 100% e va forte in Piemonte per l'Italia".
Sul fronte export una fetta della domanda è venuta proprio dall'area ex-URSS, oggi paesi satelliti della Russia: tra loro Kazakistan e Ucraina in testa. "Parliamo – specifica Silvia – di aziende molto grandi e strutturate, che in pochi anni sono in grado di investire anche su mille e più ettari di frutteto, con impianti connessi. Seppur in maniera minore, anche paesi come la Serbia e la Moldavia stanno crescendo molto". L'embargo russo ha aperto loro la strada per accedere a uno dei maggiori mercati di consumo delle mele: quando Putin ha chiamato, non se lo sono fatti ripetere due volte e hanno iniziato a investire, investire pesantemente, su tutti i fronti. "Piano piano stanno diventando autonomi, anche sul fronte vivaistico. E' la politica di Putin: diventare autosufficienti", chiosa la titolare della Salvi Vivai.
Ciliegio: fratello minore del melo
Insieme al melo, è l'albero da frutto principe nell'export della Salvi Vivai. Se escludiamo la Grecia, i mercati esteri più importanti si stanno rivelando paesi come la Serbia, la Moldavia, quelli dell'ex blocco sovietico, a partire da Kazakistan e Ucraina. Notate qualcosa di particolare? Sì, sono gli stessi mercati del melo: "Sono – spiega la Salvi - paesi che fanno tanto melo e che, accanto, provano anche le ciliegie", questo perché le due colture, dal punto di vista del calendario produttivo, non si pestano i piedi a vicenda e perché negli stessi areali dove puoi fare l'uno puoi fare anche l'altro. Chiaramente, la bilancia commerciale è nettamente a favore del melo.
Lo stand della Salvi Vivai all'ultima edizione di Interpoma, a Bolzano.
Tuttavia, il ciliegio sembra stia andando bene anche in Italia. "In Italia le nostre vendite sono aumentate. Puntiamo soprattutto sulle varietà della linea Sweet®, licenziata dall'Università di Bologna, e che sta avendo successo sia qui in Italia e all'estero, perché in tutte le sue varietà produce una ciliegia che i mercati vogliono: grossa e colorata".
Fragole: a ciascuno la sua
Altra punta del tridente d'attacco della Salvi Vivai, dato che ne produce 120 milioni di piantine all'anno (cfr. FreshPlaza del 18/07/2016). Nelle scorse settimane è partita la commercializzazione delle piante fresche che l'azienda produce in una propria succursale polacca, mentre a breve partirà la commercializzazione delle piante frigo prodotte in Italia. Le prime prendono la via delle aree di produzione più calde: Grecia, Spagna e Sud Italia.
I primi due paesi "sono affezionati soprattutto a una varietà, la Cimarosa*, che producono per il mercato russo, potendo ancora esportare verso quel paese. Nel Sud Italia (Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata) cercano invece varietà come Flavia* e Flaminia*, cioè che siano produttive e che abbiano una buona shelf life, perché il frutto deve reggere al trasporto e alla conservazione", riprende la titolare della Salvi Vivai.
La produzione di piante di fragole alla Salvi Vivai, nel ferrarese. (Foto d'archivio)
Sulle piante da frigo invece la produzione partirà a breve, per proseguire poi fino a febbraio ma, spiega Salvi, "da un mese abbiamo iniziato con le piante in tray e mini-tray che richiedono una lavorazione particolare e che, una volta pronte, commercializzeremo verso l'estate, soprattutto in Francia, Belgio e Paesi Bassi per la produzione sotto serre di vetro. In questo caso (le piante in tray e mini-tray, ndr) si tratta di una tipologia di coltura molto specializzata nel panorama della fragolicoltura, che entra in produzione a 40 giorni dal trapianto per poi produrre tutta l'estate: sono produttori molto esigenti per i quali il materiale vivaistico deve essere perfetto".
Sul fronte varietale, le fragole più commercializzate dalla Salvi Vivai sono Clery* ("La più coltivata in Euroa", specifica la titolare), Aprica*, Sevilla*, Primy* e Murano*. Quest'ultima è una rifiorente "che abbiamo a catalogo già da qualche anno, ma che ora sta andando forte in Francia e Olanda". In generale, conclude Silvia Salvi, "nella fragolicoltura la tendenza è verso la produzione in coltura protetta dove, rispetto a una coltivazione in piano campo, hai meno malattie, mentre il raccolto è anticipato e dura di più".