In Piemonte abbiamo bisogno di esportare mele e kiwi
"La stagione frutticola è stata buona per tutte le nostre colture, purtroppo abbiamo dovuto fare i conti, come tutti, con la chiusura di alcuni mercati importanti e con le crisi politiche di alcuni Paesi, in particolare in Nord Africa". E' quanto dichiara Domenico Sacchetto a FreshPlaza.
Domenico Sacchetto
Per quanto riguarda i volumi, Asprofrut ha commercializzato oltre 100mila tonnellate di pesche e nettarine e circa 20mila tonnellate di susine Angeleno; mentre per quanto riguarda i volumi prodotti stimati di kiwi e mele - le cui campagne commerciali sono in corso - il Gruppo ha raccolto 40mila tonnellate di kiwi e oltre 100mila tonnellate di mele rosse.
"Sicuramente, quest'anno, nel comparto frutticolo, la campagna delle susine è stata quella più sofferta - ci dice Sacchetto - La sovrapproduzione a livello mondiale, unita alla chiusura del mercato russo e ai blocchi in Canada e in Brasile, hanno reso difficile la commercializzazione delle susine, di cui ci sono ancora delle giacenze. Senza dimenticare la continua svalutazione della moneta; e riduzione del potere d'acquisto dell'Egitto (destinazione storica dei frutticoltori piemontesi) che sta avendo un impatto negativo per la nostra esportazione di mele. Perdere questi mercati significa perdere 500milioni di consumatori, pertanto diventa necessario accedere ad altre piazze di sbocco".
Secondo il presidente: "Dobbiamo insistere sempre di più affinché il nostro governo faccia degli accordi bilaterali con tutti i Paesi del Mondo soprattutto per mele e kiwi, noi abbiamo bisogno di esportare in quanto abbiamo la produzione e le capacità per potere esportare in tutto il mondo. L'Italia è un grande produttore, ma abbiamo un mercato europeo già occupato da Grecia e Polonia; a ciò si aggiungono i costi di produzione maggiori, per cui non ci resta che esportare il prodotto laddove il mercato consente una giusta remunerazione per i nostri produttori. Dobbiamo cercare mercati extra-EU, forse più difficili, prima che ci arrivino i nostri competitor. Ma per poter incrementare l'export è necessario appunto che il governo stipuli accordi bilaterali, in quanto ci sono Paesi che sarebbero nostri acquirenti ma ai quali per il momento non possiamo vendere il prodotto per mancanza di questi accordi".
Il Piemonte è diventato mondo-dipendente
Il 90% della produzione piemontese è destinata oltremare: "Solo qualche settimana fa - sottolinea Scacchetto - si sono registrati 250 container in partenza in un solo giorno fra la ventina di magazzini della zona di Saluzzo (CN)".
La campagna delle mele del gruppo Gala è a buon punto, a parte i problemi con il Nord Africa; grandi quantitativi sono partiti per Brasile, Nord America, India e Oriente. Quest'anno la remunerazione è buona, grazie anche ai quantitativi: il produttore deve imparare a farsi il calcolo ad ettaro, in quanto bisogna trovare un equilibrio tra la qualità che deve soddisfare il cliente e la quantità prodotta che consenta a chi coltiva di avere una giusta remunerazione, a fronte di costi fissi indipendenti dalla resa.
Secondo Sacchetto: "Le mele del Gruppo Gala piacciono di più della Red Delicious, infatti gli investimenti continuano ad essere su Gala, che ora, grazie alla conservazione dinamica, è disponibile fino a marzo. Per quanto riguarda il kiwi, la campagna è partita molto bene anche se, come sempre, in questo periodo il mercato è tranquillo. In Piemonte, la produzione è stata molto buona sia per quantità sia per qualità, anche se c'è qualche preoccupazione per la nuova minaccia rappresentata dalla Moria del kiwi, su cui si sta cercando una soluzione. Ciononostante, per il momento ci sono i presupposti per terminare positivamente la campagna".
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