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La bella storia del limone Interdonato

Si è svolto il 9 maggio 2017, a Itala, sulle colline del versante ionico messinese, uno stage sulla gestione della chioma delle piante di limone. L'iniziativa, organizzata dal Consorzio Vivaisti Lucani, (leggi qui), in collaborazione con altri partner, è stata promossa dalla Società Cooperativa Agricola "Limone Interdonato", Messina Jonica - Sicilia, a cura dell'agronomo Vito Vitelli.


Dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Calabria al Lazio, passando per la Campania, Puglia e Basilicata, si sono svolti, nel periodo marzo-maggio 2017, gli stage sulla potatura degli agrumi, per iniziativa del Consorzio Vivaisti Lucani a cura dell'Agronomo Vito Vitelli.

I veri protagonisti delle profonde gole del messinese sono i magnifici limoneti, quasi centenari, coltivati su terrapieni realizzati con muri di contenimento di pietra a secco.

L'uomo nel corso degli anni, con enormi sforzi, è riuscito a sottrarre superfici coltivabili, ad un territorio impervio, dislocato tra i monti Peloritani, di oltre mille metri, e la costa ionica del messinese.


I veri protagonisti delle profonde gole del messinese sono i magnifici limoneti, quasi centenari, coltivati su terrapieni realizzati con muri di contenimento di pietra a secco.

La varietà di limone "Interdonato", originaria di questa area, è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Il frutto ha la forma di un cedro, è di dimensioni medio-grandi, di sapore delicato e poco acidulo, con una buccia a grana finissima, dal sapore dolce.

La storia del limone "Interdonato" risale alla fine dell'800. Il colonnello messinese, Giovanni Interdonato, liberale antiborbonico e ufficiale delle truppe garibaldine, appassionato di agrumicoltura, ritiratosi a vita privata, realizzò una prova di circa 200 innesti, nella sua tenuta Fiumedinisi (Messina), su piante di arancio amaro (vedi articolo correlato). Il limone "Interdonato" derivò dall'innesto per approssimazione di due semigemme, unite in senso longitudinale, una di cedro e l'altra del limone locale "Ariddaru".


Il colonnello messinese, Giovanni Interdonato, liberale antiborbonico e ufficiale delle truppe garibaldine, appassionato di agrumicoltura, costituì il limone "Interdonato" attraverso un innesto per approssimazione di due semigemme, unite in senso longitudinale, di cedro e limone.

Il limone "Interdonato", la cui produzione annuale, nel messinese, oscilla da 2 a 4 mila tonnellate, su una superficie di oltre 1.000 ettari, arriva sul mercato in un periodo precoce a partire da settembre. Per oltre un secolo ha fatto la fortuna di agrumicoltori, commercianti, trasportatori dell'area compresa tra i comuni di Itala, Nizza di Sicilia, Roccalumera e Santa Teresa di Riva e altri.

Negli anni Ottanta la concorrenza straniera ha determinato una profonda crisi di mercato. L'attuale riscoperta del limone "Interdonato" in questa area è riconducibile ad una maggiore attenzione dei consumatori nei confronti del prodotto italiano e all'introduzione di alcuni strumenti di valorizzazione quali il marchio Igp e il presidio Slow Food. Allo stato attuale bisognerebbe fare molto per proporre al mercato un prodotto di alta qualità e assicurare continuità di offerta.


La varietà di limone "Interdonato", originaria di questa area, è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. La storia del limone risale alla fine dell'800. Il frutto ha la forma di un cedro, è di dimensioni medio-grandi, di sapore delicato e poco acidulo, con una buccia a grana finissima, dal sapore dolce.

Le piccole aziende locali, che raramente superano la superficie di un ettaro, e i terreni accidentati rendono difficile il percorso di ammodernamento colturale.

Gli strumenti dell'associazionismo e dell'aggregazione dell'offerta rappresentano la vera chiave di volta per dare una risposta concreta alla profonda crisi.


Per oltre un secolo il limone "Interdonato" ha fatto la fortuna di agrumicoltori, commercianti, trasportatori dell'area compresa tra i comuni di Itala, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Santa Teresa di Riva e altri.

Non bisogna sottovalutare i problemi di natura ambientale. I muretti di pietra a secco, le "armacere", che contengono i terrazzi dove sono coltivati i limoneti, privi di manutenzione, potrebbero crollare aumentando i rischi di frane, in occasioni di piogge. Nel corso dei prossimi anni occorre intervenire e ridurre la tendenza all'abbandono. Tutta la costa potrebbe correre seri rischi di dissesto idrogeologico e di desertificazione.


L'attuale riscoperta del limone "Interdonato" in questa area è riconducibile a una maggiore attenzione dei consumatori nei confronti del prodotto italiano e all'introduzione di alcuni strumenti di valorizzazione quali il marchio Igp e il presidio Slow Food.

Meritevoli di apprezzamento sono le strategie sviluppate della Società Cooperativa Agricola "Limone Interdonato", coordinata dal giovane presidente Valerio Dattila e dal suo staff, miranti ad introdurre elementi di innovazione nei sistemi di conduzione degli impianti, avvalendosi della collaborazione di qualificati esperti.


Il giovane presidente Valerio Dattila della Soc. Coop. "Limone Interdonato", (al centro nella foto, quinto da sinistra o destra), e l'agronomo libero professionista Vito Vitelli (sul lato sinistro del presidente) nel corso della giornata tecnica sulla potatura delle piante di limone.

La Cooperativa è attualmente costituita da circa cinquanta soci, è dislocata su una superficie produttiva di oltre cento ettari con un potenziale di produzione di 200-300 tonnellate di limone all'anno.

Management più razionale del suolo, della risorsa idrica, della nutrizione e della difesa dagli organismi nocivi delle piante. Tecniche di gestione della chioma, orientate al contenimento delle dimensioni della pianta per incrementare le potenzialità produttive e abbattere i costi.


Le piccole aziende locali, meno di un ettaro di superficie, e i terreni accidentati rendono difficile il percorso di ammodernamento colturale. Gli strumenti dell'associazionismo e dell'aggregazione dell'offerta rappresentano la vera chiave di volta per dare una risposta concreta alla profonda crisi.


Non bisogna sottovalutare i problemi di natura ambientale. I muretti di pietra a secco, le "armacere", che contengono i terrazzi dove sono coltivati i limoneti, privi di manutenzione, potrebbero crollare aumentando i rischi di frane, in occasione di piogge.

Introduzione di sistemi di copertura con reti al fine di limitare i danni causati da agenti atmosferici avversi, grandine, vento e abbassamenti repentini di temperatura. Realizzazione di nuovi impianti, valutando l'opportunità di introdurre nuovi portinnesti e nuove varietà per ampliare il calendario di offerta Impiego di mezzi e tecniche a basso impatto ambientale.

Tutti questi aspetti rappresentano i punti salienti del nuovo programma elaborato dalla Società Cooperativa Agricola "Limone Interdonato", con l'ambizioso obiettivo di attuarlo nel prossimo quinquennio.


Tecniche innovative di gestione del suolo, della fertirrigazione, della chioma e della difesa delle piante. Introduzione di sistemi di copertura con reti al fine di limitare i danni causati da agenti atmosferici e impiego di mezzi e tecniche rispettosi dell'ambiente. Tutti questi aspetti rappresentano i punti salienti del nuovo programma elaborato dalla Società Cooperativa Agricola "Limone Interdonato", con l'ambizioso obiettivo di attuarlo interamente nel prossimo quinquennio.

Fino al secondo dopoguerra il mercato del limone "Interdonato" era principalmente il Regno Unito, dove era molto apprezzato, anche da casa Reale, come limone da te per la sua dolcezza e l'aroma poco invadente.

Il limone "Interdonato" è ottimo anche fresco in insalata, tagliato a spicchi e condito con olio, aceto e sale, il pasto salubre e abituale dei contadini del messinese.

Per ulteriori approfondimenti: vitovitelli.blogspot.it/2017/05/la-bella-storia-del-limone-interdonato.html

Contatti:
Vito Vitelli - agronomo
Via Isabella della Rovere n. 22
Policoro 75025 (Matera)
Cell.: +39 339 25 11 629
Email: [email protected]
Web: vitovitelli.blogspot.com
Data di pubblicazione: