In passato il contenuto di residui era dieci volte piu' elevato
"Lavoriamo secondo la legislazione europea - ha dichiarato l'amministratore delegato Carine de Clercq - Abbiamo lunghi elenchi che descrivono come devono essere preparati i campioni di prodotto da analizzare. Prendete per esempio le banane. Il pezzo di frutta deve essere esaminato con la buccia. Ma non si mangia la buccia, giusto? uno può pensare. E avreste ragione, ma poiché il limite massimo di residuo (LMR) è un valore basato su buone prassi agrarie, è necessario analizzare anche la buccia".
Carine de Clercq.
Limite massimo di residuo
Il LMR è il limite massimo di concentrazione del residuo di sostanza attiva presente sui cibi, come nell'esempio della banana. Tale limite è determinato mediante una serie di prove sul campo. Il laboratorio Primoris valuta se i contenuti del residuo rimangono entro i limiti. "Lo facciamo per tutta la catena alimentare, organizzazioni di produttori, aziende commerciali, trasformatori, rivenditori e organizzazioni di consumatori - ha continuato Carine - Quando un importatore importa un mango o un frutto della passione dall'America Latina, deve assicurarsi che il prodotto soddisfi i requisiti. In caso contrario, potrebbe incorrere in una multa, un richiamo per il suo prodotto o la distruzione dello stesso".
Dieci volte superiore
Per evitare un richiamo o altri problemi nel Paese d'origine, è meglio che i prodotti freschi siano testati alla fonte. Il laboratorio Primoris è nato sedici anni fa in Belgio, e in seguito sono state create altre sedi in tutto il mondo. Nel 2010, Primoris ha avviato un laboratorio in Bulgaria per la ricerca di residui.
"Queste attività di recente sono state allargate alla microbiologia-virologia - ha affermato l'amministratore delegato - Soprattutto l'individuazione del Norovirus e dell'epatite A, è nuova nei Balcani. Simili contaminazioni tramite virus sono il risultato di un'igiene più scarsa, come nella raccolta manuale dei piccoli frutti. Cinque anni fa, Primoris ha avviato un laboratorio sulla ricerca di residui in Colombia. Sono molti i frutti esportati in Europa da questo Paese. Analizzando alla fonte, si evitano problemi nel Paese di arrivo. Adeguare la produzione primaria basandosi sul contenuto residuo, ovvero fornendo assistenza ai coltivatori, è un procedimento più rapido considerata l'interazione con il vicino laboratorio. Sia il laboratorio in Bulgaria che quello in Colombia sono accreditati dal Belac, Belgian Accreditation Body".
Grazie a una legislazione ed a ispezioni più severe, il contenuto dei residui in Europa occidentale è diminuito notevolmente negli ultimi decenni, secondo l'amministratore delegato. "In passato i valori dei contenuti residui erano dieci volte più alti - ha detto - Soprattutto i supermercati, quando si tratta di applicare i regolamenti, sono più rigidi rispetto al passato e spesso hanno ancora più requisiti da far rispettare".
Secondo Carine, la maggior parte delle eccedenze si verificano nei prodotti importati in Europa. "Questo ha un senso. I prodotti di importazione devono rispettare la legislazione europea, anche se il fitofarmaco utilizzato è ammesso nel Paese d'origine".
Nessun pericolo
Anche se non è necessariamente pericoloso, nel 2016 il 2,2% di frutta, verdura e cereali ha superato il limite massimo di residui in Belgio. "La maggior parte dei riscontri in prodotti belgi è avvenuto per erbe aromatiche, frutta secca, carote e ortaggi a radice. Riguardano spesso piccole coltivazioni per le quali sono ammessi meno fitofarmaci. E' importante sapere che un surplus di LMR non significa automaticamente che esista un problema di tossicità. Un LMR è un limite per le buone pratiche agricole e, di solito, è inferiore al limite di tossicità di un fattore da 10 a 100. Per i fitofarmaci non ammessi, esiste un limite in Europa di 0,01 mg/kg o parti per milione (ppm): sarebbe come una lamina di 40 centimetri nella circonferenza del globo. E' poco, ma è facilmente tracciabile da laboratori specializzati".
Futuro
La tecnologia ha compiuto enormi passi avanti negli ultimi dieci anni. "Considerando che il nostro cibo sta diventando sempre più globale e che le importazioni aumentano, è necessario che un laboratorio individui non solo i fitofarmaci riconosciuti nel nostro Paese o nell'UE - ha detto Carine - E' importante analizzare anche le sostanze utilizzate a livello mondiale. Mentre in passato un laboratorio di ricerca dei residui trovava 50 fitofarmaci con un limite inferiore di 1 ppm, oggi i laboratori analizzano 500 residui fino a 0,01 ppm".
Secondo l'amministratore delegato di Primoris, non tutti i fitofarmaci sono facilmente analizzabili. "Dipende dalle caratteristiche chimiche della molecola. Molte molecole come il glifosato, l'ethephon o il paraquat richiedono uno sforzo tecnologico maggiore. Ma gli sviluppatori di apparecchiature di analisi ci garantiscono costanti miglioramenti".
Carine auspica che anche l'interpretazione dei risultati cambi nei prossimi anni. "Ogni residuo è ora testato separatamente per i LMR. In futuro, guarderemo l'effetto di tutti i residui combinati insieme. Questo è soprattutto importante per i residui che funzionano in modo simile e che mostrano un effetto sinergico. Si andrà inoltre a valutare l'effetto di residui combinati con altre sostanze nocive (micotossine, metalli pesanti, antibiotici). L'applicazione non avverrà nei prossimi anni, ma a livello europeo sono in corso progetti scientifici in tal senso. In questo modo, la sicurezza alimentare non sarà valutata per categoria di sostanze nocive, ma si baserà sulla combinazione di tutte".
Per maggiori informazioni:
Carine de Clercq
Primoris
Email: [email protected]
Web: www.primoris-lab.com
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