Tunisia: i monopoli spingono i prezzi delle verdure a livelli record
In contrasto con le leggi di mercato che indicano offerta e domanda come principali determinanti dei prezzi, le quotazioni di frutta e verdura continuano ad aumentare, anche se non ci sono carenze di prodotti agricoli sul mercato tunisino, dal momento che la produzione locale è quasi sufficiente per coprire la richiesta.
Yassin al-Saghir, un produttore della zona nord-orientale del paese, ha reso noto: "Il prezzo massimo pagato per pomodori e peperoni nelle zone di produzione è di soli 0,291 dollari/kg, mentre il consumatore finale li paga circa 1,22 dollari".
Yassin ritiene che produttori e consumatori siano entrambi vittime di monopoli organizzati, nei quali i proprietari degli impianti di immagazzinamento refrigerato giocano un ruolo importante. "La diffusione dei magazzini refrigerati per verdura e grano hanno creato una specie di mafia di materiali agricoli. I proprietari dei magazzini acquistano grandi quantità di vari prodotti agricoli, con prezzi di mercato accordati in precedenza e il governo è incapace di trovare soluzioni per contrastare questo fenomeno".
In un'intervista al quotidiano The New Arab, Husain Issawi, presidente della camera dei grossisti, si è lamentato della scarsa distribuzione dei profitti tra i vari partecipanti nella catena di produzione e commercializzazione. Issawi ha sottolineato che la ragione principale dell'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli è data dall'assenza di qualsiasi forma di controllo nei magazzini refrigerati.
Issawi ha osservato che oltre il 60% dei prodotti agricoli che passa attraverso le rotte ufficiali del mercato all'ingrosso è stato venduto tramite il mercato parallelo. Inoltre, secondo le statistiche dell'Istituto dei consumi, i prezzi di frutta e verdura hanno registrato un incremento dell'85% tra il 2005 e il 2015. Esperti e lavoratori del settore agricolo pensano che il motivo principale di questo aumento sia la vendita dei prodotti sul mercato parallelo.