Prosegue oggi a Roma il primo B2B tra fornitori e buyer di ortofrutta: il commento degli operatori
Fitti colloqui in corso ai tavoli degli incontri B2B
Un'occasione per presentarsi a responsabili acquisti e importatori all'ingrosso e al dettaglio di diverse nazioni europee ed extra-europee, prendendo le misure su richieste e tendenze. Il commento degli operatori, raccolto da FreshPlaza durante il lunch time, conferma la bontà di questo format, snello e alla portata di tutti, di collegamento tra acquirenti e fornitori.
Gli ideatori e organizzatori di The Rome Table. Al centro, Antonio Felice, insieme a Giorgia Pizzato (a sinistra) e Beatrice Occhi (a destra) della Omnibus.
I primi feedback sono stati quelli dei partner dell'evento, intervenuti durante la pausa pranzo. Fabio Massimo Pallottini, presidente Italmercati e direttore generale del Centro Agroalimentare di Roma, ha espresso la propria soddisfazione di vedere la Capitale quale sede per l'esordio dell'iniziativa, alternativa rispetto alle classiche fiere di settore, dove non sempre il rapporto costo/beneficio risulta vantaggioso.
A sua volta, il presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Gennaro Velardo, si è complimentato per l'organizzazione, riferendo circa l'apprezzamento delle aziende partecipanti per il contatto rapido e concreto tra operatori. L'auspicio è stato quello di proseguire su questa strada.
Il Cav. Paolo Bruni, presidente di CSO Italy (che ha contribuito all'evento presentando e diffondendo lo studio Italian Fresh Trends su produzione ed export italiani di quattro principali specie frutticole) ha sottolineato quanto vitale sia l'esportazione per il settore ortofrutticolo del Paese, per cui eventi come The Rome Table servono proprio allo scopo dell'internazionalizzazione.
Seminare per raccogliere
Tra gli operatori presenti, palpabile la curiosità e la soddisfazione per l'evento B2B. Dalle cooperative e aziende di maggior rilievo (Apo Conerpo, RK Growers, OrtoRomi, Francescon, il Gruppo Rago, Coop Sole, la cordata di Uva Viviana, solo per citare alcuni esempi...) alle OP e imprese specializzate in agrumi, piccoli frutti, orticole e altro, tutti hanno tratto l'impressione di aver concretamente gettato le basi per futuri rapporti commerciali. Una semina di cui valuteremo il raccolto tra qualche tempo.
Il presidente C.A.I. Salvatore Scarcella ha commentato: "Si tratta non solo di un'occasione per conoscere importatori e acquirenti di numerosi Paesi, ma anche di una via per proporre tanto forniture ingenti, quanto prodotti di nicchia".
Margherita Avigni, export manager di Francescon: "Io avevo ben 17 meeting solo nella giornata odierna. Per incontrare questi buyer singolarmente, avrei dovuto viaggiare chissà quanto. Oggi invece sono tutti qui".
Parere positivo anche da parte di Carlo De Riso, presidente della OP Costieragrumi: "Sono quelle cose che nascono piccole, ma buone", ha dichiarato, aggiungendo: "Si ha l'occasione di parlare con acquirenti che ti hanno contattato direttamente per un colloquio, pertanto si parte già da un interesse comune. Noi abbiamo presentato anche dei brevi video, nell'occasione, per mostrare le particolarità - ignote ai più - della produzione del Limone Costa d'Amalfi IGP".
Il presidente del CIVI-Italia -Centro Interprofessionale per le Attività Vivaistiche, Giandomenico Consalvo, ha sottolineato l'importanza di individuare, da una parte, decisori d'acquisto validi e, dall'altra, fornitori che possano assolvere alle richieste dei buyer: "Il colloquio conoscitivo può essere utilmente integrato da un invito a visitare le aziende sui vari territori".
Positivo anche il commento di una rappresentante di OrtoRomi: "Non si perde tempo. I buyer ti dicono chiaramente quello che cercano. L'importante è selezionare bene l'interlocutore".
Carlo Lingua, amministratore delegato di AVI e RK Growers commenta: "Buona l'idea, da replicare sicuramente".
Il presidente della Coop Sole, Pietro Ciardiello aggiunge: "The Rome Table è un'occasione per conoscere persone e capire dove sono le nuove frontiere del commercio ortofrutticolo. I clienti buoni, nei mercati già battuti, li conosciamo tutti e rischiamo di pestarci i piedi l'uno con l'altro. Per questo è vitale ampliare gli orizzonti".
"Ottima iniziativa, con una grande partecipazione e soddisfazione delle aziende presenti - aggiunge il direttore di Italia Ortofrutta, Vincenzo Falconi - La semina è buona, vedremo la raccolta".
Positivi anche i feedback da parte di FruitImprese Veneto (presidente Stefano Pezzo) e da Apo Conerpo (resp. marketing Augusto Renella) e di operatori del settore uva da tavola (Michele La Porta e altri aderenti alla cordata Uva Viviana), tra i vari partecipanti.
Il lunch time
Ampliare i mercati esteri: via obbligata per l'ortofrutta italiana
Che, del resto, la strada da percorrere sia quella di una maggiore dimensione internazionale è emerso dalla presentazione - a seguito del lunch time - dei dati raccolti ed elaborati da CSO Italy relativamente alle quattro specie frutticole in cui il nostro Paese è leader: kiwi, mele, uva da tavola, pere.
Il direttore CSO, Elisa Macchi, ha mostrato infatti le cartine geografiche relative ai mercati di esportazione di queste importanti produzioni. Il dato che emerge è una diversificazione delle destinazioni commerciali - anche sulla scorta di un rinnovamento varietale nell'offerta - che ha consentito crescite interessanti per le percentuali di export nel corso dell'ultimo decennio.
Elisa Macchi insieme all'interprete per la traduzione in Inglese
Si pensi al caso delle mele: se ne esporta oggi il 45% della produzione, contro il 35% di dieci anni fa.
Destinazioni per l'export italiano di mele
L'uva da tavola, da sola, costituisce ben il 17% dell'export complessivo di ortofrutta italiana (in termini di volume) e il 24% (in termini di valore), mentre le pere hanno aumentato la propria quota di esportazione dal 18% circa al 20%.
La frutticola che, al momento, vanta il maggior numero di destinazioni commerciali nel mondo rimane però il kiwi (vedi slide qui sopra), anche grazie ai protocolli siglati con alcuni Paesi extra-UE. Una strada che sarà necessariamente da percorrere anche nel caso di altre produzioni ortofrutticole italiane.