ANICAV: l'Italia terzo trasformatore mondiale del pomodoro dopo USA e Cina
Il settore si conferma uno dei punti di forza dell'agricoltura italiana e terzo trasformatore mondiale dopo gli USA e la Cina. Con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro, dovuto in prevalenza all'export dove vende il 60% del prodotto, il settore continua ad essere tra i più dinamici, nonostante la riduzione in valore del pelato.
"Il comparto delle conserve di pomodoro - anticipa ad Affaritaliani il presidente di ANICAV, Antonio Ferraioli (nella foto a sinistra) - costituisce una delle eccellenze dell'industria alimentare italiana e riveste un ruolo trainante dell'economia nazionale: stiamo parlando, infatti, di una se non della più importante filiera italiana dell'ortofrutta trasformata sia in termini di fatturato che in termini di quantità prodotte".
Nella campagna 2017, le aziende italiane, a fronte di circa 65mila ettari messi a coltura, hanno trasformato 5,26 milioni di tonnellate di pomodoro, una quantità in linea con quella lavorata nel 2016, con aumento del 6,6% nel bacino del Centro Sud e una riduzione del 4% in quello del Nord. Per quanto riguarda i consumi interni, nel periodo settembre 2016/settembre 2017 è proseguita la contrazione di quote di mercato con una riduzione dell'1,9% in valore, cui è corrisposta una leggera ripresa in volume. Sul fronte dell'export, i dati relativi ai primi otto mesi dell'anno fanno registrare segni negativi sia in volume (-6%) che in valore (-7,1%) legati ad una importante contrazione dei volumi verso l'Europa (-7,9%), in particolare verso la Germania ( -18,2%), e ad una rilevante riduzione delle esportazioni di concentrato verso l'Africa (-19,8%). Segnali positivi vengono, invece, per tutti i derivati del pomodoro, dal mercato Usa, con una crescita sia in valore (+12,1%) che in volume (+9,9%).
Giovanni De Angelis, Direttore di ANICAV
"I mercati esteri riescono ancora a bilanciare la stagnazione dei consumi interni", dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale dell'associazione. "Ciò sta a significare che anche in tempi di crisi consumatori scelgono la qualità e il forte legame tra prodotto e territorio. Per tale motivo gli stati generali del pomodoro da industria hanno per tema 'Italiano dalla nascita'. Proprio a Napoli, nella seconda metà del 1700, l'utilizzo del pomodoro nelle preparazioni culinarie si diffuse per la prima volta tra la popolazione e dove fu implementato il primo stabilimento di trasformazione ed è italiano il pomodoro utilizzato per la produzione dei derivati, trasformati dalle aziende: pelati, pomodorini, passata e polpa sono tutti 100% made in Italy". Nel corso della giornata sarà ampiamente dibattuto il decreto sull'etichettatura obbligatoria di origine per i derivati del pomodoro. E' però una norma che vale solo per l'Italia. E, pertanto, non può produrre gli effetti desiderati, secondo l'ANICAV.
"Siamo favorevoli ad un innalzamento degli standard qualitativi se questi sono uniformi e omogenei su tutto il territorio comunitario: non è più possibile accettare che vengano usati due pesi e due misure. In attesa che l'Unione Europea disciplini la materia, confidiamo in una rapida adozione del decreto, che consentirà di porre un argine alle speculazioni sterili e strumentali che la nostra industria ha subito e continua a subire sulla leggenda del pomodoro cinese sulle tavole degli italiani", commenta Ferraioli. La giornata sarà anche l'occasione per la presentazione del progetto "Il Pomodoro: buono per te buono per la ricerca", un'iniziativa della Fondazione Umberto Veronesi che il Gruppo Giovani ANICAV, in partnership con Ricrea Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio, sta sostenendo. Obiettivo del progetto è quello di valorizzare le proprietà benefiche e antitumorali dei derivati del pomodoro.