Prezzi al consumo a novembre 2017
L'ulteriore lieve frenata dell'inflazione (per il terzo mese consecutivo) si deve per lo più al rallentamento della crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,2% da +3,8% di ottobre) e dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9% da +1,4%), mitigato dall'accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (+5,0% da +4,3% del mese precedente).
Pertanto, l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende di un decimo di punto percentuale (+0,4% da +0,5% di ottobre) come quella al netto dei soli beni energetici, che si attesta a +0,6% (da +0,7%).
La diminuzione su base mensile dell'indice generale è dovuta prevalentemente al calo, influenzato da fattori stagionali, dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (-1,0%), solo in parte bilanciato dall'incremento dei prezzi dei beni energetici non regolamenti (+1,3%), spinti dal rialzo di quelli di carburanti e gasolio.
Il sensibile incremento congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati è dovuto per lo più al rialzo di quelli della frutta fresca (+3,0%; +5,0% la variazione annua da +4,9% di ottobre). In calo, invece, i prezzi dei vegetali freschi, che si riducono dello 0,3% su base mensile e segnano una marcata attenuazione della crescita su base annua (+6,8%, da +12,0% registrato nel mese precedente), su cui incide anche il confronto con novembre 2016, quando i prezzi dei vegetali freschi fecero segnare un consistente rialzo su base congiunturale del 4,6%.
L'inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l'indice generale e +0,6% per la componente di fondo.