Un confronto ad alto livello tra la ricerca agrumicola internazionale e quella italiana in un tour a tre tappe
La prima tappa è stata l'azienda San Luca di Taranto, facente capo alla OP Giuliano, noto leader nella produzione di uva da tavola, che da qualche anno ha cominciato a dedicare importanti superfici alla coltivazione degli agrumi. "Si tratta - testimonia Perri a FreshPlaza - di oltre 90 ettari, di cui 50 coltivati a Nadorcott. Quest'anno ci sono 20 ettari con piante in produzione, per una resa stimata in oltre 500 tonnellate. Le allettanti prospettive commerciali di questa varietà costituiscono la premessa all'ulteriore aumento delle superfici coltivate in futuro".
Da sinistra: Song, Russo, Perri, Bernadetta Maraglino, Antonio Giuliano, Smith, Caruso, Gmitter, Rivas, Pierluca Caramia, Aleza.
La visita si è svolta la mattina del 14 dicembre in agro di Crispiano, nel tarantino. Qui i partecipanti esteri - i due professori Malcolm Smith (Australia) e Kwan Jeong Song (Corea) e i tre ricercatori Paolo Aleza (Spagna), Fernando Rivas (Uruguay) e Fred Gmitter (Florida - USA) - hanno potuto valutare le piante di Nadorcott direttamente in campo. Francesco Perri riferisce: "Sono rimasti favorevolmente impressionati dai risultati che abbiamo ottenuto, soprattutto considerata la particolare natura dei suoli con elevata percentuale di tufo e dunque di calcare. A sorprenderli sono state la sanità delle piante, le rese e l'uniformità della qualità dei frutti".
La visita ha interessato anche arance Navel precoci come la Fukumoto o tardive come la Powell e la Lanelate, oltre a una piantagione di clementine Basol extra-precoci.
Successivamente, il pulmino zeppo di scienza, come definito scherzosamente dallo stesso Perri, è giunto, con un viaggio di 2 ore, in Calabria, presso il Centro sperimentale Mirto Crosia dell'ARSAC. Qui gli ospiti internazionali hanno potuto visionare l'importante collezione di triploidi del Centro e sono state discusse le prime risultanze delle sperimentazioni tuttora in corso (coordinate sempre dal CREA di Acireale) su diversi tipi di portinnesti, tra quelli già noti e alcuni nuovissimi costituiti dal CREA.
Da sinistra: Smith, Rivas, Song, Eleuteri, Perri, Russo, Salvatore Leocata, Antonio Di Leo, Federico, Caruso, Gmitter, Minisci, Aleza.
Tale sperimentazione, partita solo pochi anni fa, risulta molto promettente: si notano già oggi, infatti, significative differenze su produttività, epoca di maturazione, colorazione interna dei frutti nella combinazione tra varietà agrumicola e portinnesto. Sono attualmente in fase di valutazione una decina di portinnesti: le prove, ancora in itinere, suggeriscono interessanti sviluppi per il futuro dell'agrumicoltura internazionale. Il dott. Perri ricorda a tal proposito: "Gli agrumi sono le piante arboree più coltivate nel mondo. Qualunque innovazione interessi questo settore diventa presto un business di proporzioni globali. La ricerca italiana può dunque giocare un ruolo di rilievo in questo scenario".
Durante la tappa calabrese, il gruppo di ricercatori è stato raggiunto anche dal responsabile commerciale di OP Armonia, Marco Eleuteri, e da Francesco Federico presidente di Natura Più (la coop che produce e commercializza gli agrumi di OP Armonia). L'Organizzazione di Produttori ha infatti recentemente stipulato un importante accordo di finanziamento per un progetto pluriennale di ricerca volto proprio al miglioramento genetico in agrumicoltura (cfr. precedente news).
Il CREA ha inoltre attivato una collaborazione con Organizzazioni di Produttori (OP) agrumicoli, sul modello di altri Paesi, secondo la modalità "fast track". In particolare, le OP, con i loro associati, potranno avere la possibilità di valutare i nuovi genotipi in diversi ambienti pedoclimatici prima dell'eventuale sfruttamento commerciale, e forniranno ai costitutori informazioni sulla loro performance. Gradita presenza, nella tappa calabrese del tour, quella di Angelo Minisci, presidente dell'OP Carpe Naturam, anch'egli tra gli aderenti per la parte relativa alle produzioni biologiche alla sperimentazione "fast track",- insieme ad OP Armonia e OP Giuliano.
Il gruppo si è spostato poi a Lamezia Terme, presso i Vivai Milone, azienda all'avanguardia, dotata di ottimo rigore tecnico e che dispone (unica in Italia) di un laboratorio di micropropagazione per gli agrumi. L'azienda vivaistica è la struttura di riferimento per la moltiplicazione di tutto il materiale vegetale rientrante nella sperimentazione del CREA, oltre a essere esclusivista per la moltiplicazione del nuovo clementine Sanzo, il cui brevetto è in itinere (cfr. precedente news).
Da sinistra: Smith, Russo, Perri, Emanuela Milone, Carlo Milone, Maria Grazia Milone, Caruso, Rivas, Aleza, Gmitter, Song.
A commento delle visite tecniche, l'agronomo Perri sottolinea come non sia cosa di tutti i giorni incontrare ben cinque esperti di livello internazionale, in grado di confrontarsi sui temi del miglioramento varietale in agrumicoltura non soltanto a livello teorico, ma anche dal punto di vista delle tecniche colturali: "Ho apprezzato la vasta competenza dei nostri ospiti, che ci hanno consentito un confronto ad altissimo livello, in un tour che ha toccato tutti gli anelli fondamentali della filiera agrumicola, dalla ricerca, alla produzione, al vivaismo. Questi momenti sono quelli più belli e proficui nell'ambito del lavoro che conduco ormai da 30 anni e per il quale il confronto con esperti di tutto il mondo è fondamentale e prezioso, al fine della corretta applicazione delle innovazioni nel concreto della vita delle aziende agricole. Considero queste occasioni di scambio di esperienze ancora più interessanti dei convegni internazionali sugli agrumi. Nell'occasione, noi abbiamo dimostrato di star facendo cose importanti, e siamo convinti che la ricerca italiana darà un contributo fondamentale al futuro successo del settore agrumicolo".
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