Noci e semi oleosi offrono protezione dall'Alzheimer
Un lavoro di Nooyens, segnalava già nel 2011 che l'effetto protettivo sulla demenza non è legato al generico uso elevato di frutta e verdura, ma all'impiego di semi oleosi (noci in particolare), cavolo e radici. Nel 2012, anche Essa, su Neurochemical Research, ha dimostrato l'importanza di semi oleosi, noci, frutta e verdura nella prevenzione delle malattie neuro-degenerative. Proprio per le noci si è visto che questo fantastico gheriglio è in grado di rallentare e a volte opporsi alla progressione della demenza connessa all'Alzheimer.
L'azione contro l'Alzheimer sembra sia dovuta specificamente a un'azione di segnale intercellulare e contemporaneamente di controllo dell'infiammazione.
Non si tratta comunque di ingozzarsi di mandorle o di noci. Una meta-analisi, effettuata da ricercatori provenienti da USA, UK e Norvegia, con la partecipazione di Imperial College e Harvard Medical School, pubblicata nel 2016 su BMC Medicine ha infatti definito che 28 grammi di assunzione quotidiana sono sufficienti per indurre una riduzione del rischio relativo di ammalarsi di alcune malattie degenerative. In particolare il rischio di contrarre una malattia cardiaca coronarica cala del 30%, il rischio di malattie tumorali cala del 15%, il rischio diabetico cala del 40% e il rischio di contrarre malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer cala del 35%.
I 28 grammi giornalieri proposti dal lavoro scientifico corrispondono ai gherigli di 5 noci medie e a un numero compreso tra 20 e 25 mandorle. Meno di una manciata, che fa comunque la differenza tra prenderli e non prenderli. I risultati sono stati valutati sia per i veri semi oleosi (noci, mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, anacardi e pecan nuts) sia per i semi e per le leguminose (come la noce del Brasile e l'arachide) e i risultati sono stati simili per tutte queste "sottocategorie" che hanno in effetti fondamentali caratteristiche nutrizionali comuni.