Qatar: coltivato un pomodoro con semi italiani antichi selezionati da un molisano
Il dottor Salvino Salvaggio (nella foto qui sotto), originario di Guglionesi (provincia di Campobasso), dove torna spessissimo e dove porta avanti progetti di valorizzazione dei prodotti tipici locali, è un manager dalle mille idee, generalmente di successo. L'ultima è quella di coltivare ortaggi antichi, con semi non contaminati in grado di esprimere il massimo del gusto e della genuinità.
Il pomodoro che in Qatar si è conquistato la ribalta nazionale, finendo anche sulla stampa, è una sua idea. Che ha sottoposto all'amico Nasser al-Khalaf (nella foto in alto a destra), proprietario e amministratore delegato di Agrico, società privata di sviluppo agricolo del Qatar che produce frutta e verdura biologica con l'obiettivo di aiutare il Paese a raggiungere la sicurezza alimentare. In questa fattoria nel Municipio di Al Khor non troppo distante dalla capitale Doha, nota per i grattacieli avveniristici e il lusso avanguardistico, sono cresciute le piante specie i cui semi sono stati selezionati attentamente da Salvaggio e importati dall'Italia.
"Si tratta di semi originali della Toscana, in uso in Italia nel XIX secolo, molto resistenti ai parassiti ma difficili da coltivare al di fuori del loro habitat naturale" ha spiegato alla stampa che lo ha intervistato al-Khalaf, aggiungendo: "Questa è la prima volta che una specie naturale di un vecchio pomodoro italiano viene coltivata con successo in Qatar e senza alcuna modifica genetica o l'uso di pesticidi e prodotti chimici per proteggere la pianta".
Una sfida vinta con la coltivazione di un primo lotto di 30 piante di pomodoro antiche, che hanno dato ottimi frutti, tutti peraltro abbastanza grandi, visto che il loro peso oscilla tra i 600 e i 900 grammi ognuno. Qualcuno supera perfino il chilo, come accaduto appunto al pomodoro dei record, non a caso "immortalato" durante la pesa di prova. Un tipo di ortaggio, inoltre, molto richiesto dai ristoranti più prestigiosi per il gusto dolce e delicato, che "regala" una polpa succosa ideale per numerose ricette, con una concentrazione di minerali e sostanze nutritive più alta della media.
"Quando sono stato contattato dal mio amico Salvaggio per coltivare una specie di pomodoro italiano del XIX secolo nella mia fattoria di Al Khor – ha raccontato ancora l'amministratore delegato di Agrico - pensavo che fosse impazzito, e lo ho pensato ancora di più quando mi ha detto che quei pomodori pesavano più di mezzo chilo ognuno. Ma visto che Salvino Salvaggio è un professionista rispettato, ho decido di fidarmi".
E ha fatto bene, perché non solo le piante sono cresciute splendidamente, ma hanno anche offerto alla fattoria un prodotto (finora) da Guinness dei primati, che è soprattutto l'inizio di un esperimento affascinante e ricco di stimoli.
Agrico già progetta di arrivare allo stadio successivo, incrementando la coltivazione di questo pomodoro bio per soddisfare la domanda del mercato, in particolare per i ristoranti qatarini. "Cogliere un pomodoro tradizionale da 1,34 chili dimostra che la sfida della sicurezza alimentare può anche essere affrontata in modo molto pragmatico, coltivando verdure antiche biologiche, più ricche di gusto e più salutari di molte alternative importate", ha spiegato al-Khalaf.