Presente da millenni sul territorio, il mandorlo ha trovato in Sicilia il suo habitat ideale grazie a condizioni pedoclimatiche adatte e metodi agricoli naturali. Pizzuta, Genco, Tuono, Ferragnes, Vinciatutti, Cavalera, Fascionello, Nivera, Don Pitrino, Giardinello, Romana sono le varietà più coltivate. Se Tuono e Vinciatutti sono solo alcune cultivar tipiche delle zone centromeridionali, la mandorla di Avola, la cui denominazione comprende Pizzuta, Fascionello e Romana, è dislocata nella zone sudorientali, tra Siracusa e Ragusa.
Questa biodiversità rappresenta una ricchezza e un punto di forza della mandorlicoltura siciliana. Non a caso, negli ultimi anni, la mandorla nostrana sta diventando un prodotto sempre più richiesto sia in Italia che all'estero. Complici, soprattutto, le potenzialità nutraceutiche e salutistiche confermate dai nutrizionisti.
Un prodotto di eccellenza che deve il suo successo ad alcuni fattori, elencati da Antonio Scacco, presidente del Consorzio della Mandorla di Avola: "In primo luogo alla fioritura precoce che permette a questa cultivar di crescere solo in zone di marina e bassa collina, poi la raccolta manuale per abbacchiatura attraverso l'uso di canne e pertiche. E infine, l'assenza di aflatossine, specie fungine cancerogene, che penetrano nel guscio delle mandorle a causa delle condizioni in cui vengono prodotte quali clima umido, irrigazione forzata, raccolta meccanizzata tipiche della produzione californiana".
Tutte queste peculiarità fanno sì che la mandorla di Avola venga esportata in tutto il mondo: Italia, Francia, Germania, Belgio, America. "Nonostante tutto, - denuncia Scacco - stabilire stime certe sulla produzione annua risulta molto difficile perché non esiste un osservatorio sul comparto della frutta secca e in particolare sulla mandorlicoltura di tutta la Sicilia. Per questa ragione, abbiamo chiesto all'assessorato di istituire un tavolo tecnico".
"Il mandorlo sta vivendo una seconda giovinezza - dichiara con orgoglio Coldiretti Sicilia - Finalmente, dopo anni di crisi, assistiamo ad una ripresa. Negli ultimi cinque anni c'è stata una crescente utilizzazione dei terreni a mandorleti messi a cultura. In un anno, il numero di nuovi impianti è cresciuto fino a ricoprire una superficie di circa 32mila ettari".
Anche le statistiche nazionali parlano chiaro: i consumi di frutta in guscio sono raddoppiati negli ultimi dieci anni, raggiungendo i tre chilogrammi all'anno a persona. Secondo la Coldiretti, se oggi le mandorle siciliane sono entrate nel novero dei prodotti alimentari più richiesti lo si deve sia ai benefici che comporta alla salute, i nutrizionisti consigliano un consumo quotidiano di 5/6 mandorle, che alla scelta di molti giovani agricoltori under 40 di avviare la produzione dei mandorleti ripristinando gli impianti dei nonni o dei genitori.