"Da quasi 30 anni, la coltivazione dell'asparago selvatico è una nostra passione. Nel 1992, dopo la messa a dimora delle prime centinaia di piantine, riscontrammo un forte interesse per la coltivazione di questa specie. Da qui l'idea di produrre piantine di asparago selvatico a radice nuda". A riferirlo a FreshPlaza è Darcy Gordon, titolare e biologa della Località il Piano, realtà imprenditoriale situata nel cuore della Penisola, in Umbria.
"L'interesse per questa potenziale coltura di nicchia, seppur ancora limitato, sta crescendo in modo discreto, complice anche la crisi economica, e in generale la crisi del settore agricolo, che rende difficile fare reddito con coltivazioni più classiche".
"L'asparago selvatico è una pianta sempreverde, molto diversa dall'asparago coltivato. Questa sua peculiarità non consente il trapianto delle sole zampe, ma delle piantine complete, cioè di zampa e parte verde".
"Il trapianto a radice nuda viene effettuato da settembre a febbraio, ossia in un periodo di riposo o di scarsa attività vegetativa. La piantina, trapiantata a radice nuda, va subito ben irrigata e mantenuta umida fino al completo attecchimento. Inoltre, almeno durante i primi due anni dal trapianto, è molto utile mantenere le piante irrigate, favorendo così un rapido sviluppo e permettendo di raccogliere i primi asparagi a circa 2 anni dal trapianto. Una volta ben sviluppate, le piante diventano resistenti alla siccità".
"La coltivazione dell'asparago selvatico – continua la manager - non presenta particolari problematiche fitosanitarie o altre esigenze di coltivazione. Questa specie tollera diversi tipi di terreno: suoli sciolti, acidi, alcalini, salati – infatti, l'asparago è uno degli ortaggi maggiormente resistenti al sale - e terreni ricchi di scheletro. A chi intende intraprendere una coltivazione di asparagi selvatici su superfici con ristagno idrico, lo sconsiglio vivamente".
"Nel frattempo, sono stati pubblicati diversi articoli da parte del CREA (molti dei quali scaricabili dal nostro sito aziendale, sotto la voce "asparago selvatico"). L'ente ha studiato la coltivazione di questo asparago selvatico, da sempre consumato ma ancora non coltivato, lanciandolo come possibile nuova coltura".
"Iniziamo a vendere e spedire (anche all'estero) piantine di asparago selvatico già a partire da settembre. La maggior parte dei nostri clienti ha iniziato ad acquistare queste piante non solo per uso personale, ma anche per effettuare dei test di coltivazione nell'ottica di verificarne la fattibilità, per poi aumentare le superfici. Il numero di richieste di piantine aumenta ogni anno e prevediamo che, da qui a non molto, questa coltivazione diventerà una possibilità di business consolidata, seppure di nicchia".
Asparagi adulti piantati nel 1992 sotto gli olivi.
"Chi intende coltivare questo asparago commercialmente, deve tenere presente che, al momento, il prodotto è destinato solo a mercati di nicchia. Pertanto, occorre preventivamente verificare le opportunità di vendita, al fine di evitare difficoltà nel collocare il prodotto. D'altro canto, il consumo di asparago selvatico è molto comune e tradizionale. Vi sono molte opportunità di mercato presso ristoranti, piccoli negozi di frutta e verdura, vendita diretta e persino in operazioni raccogli-da-te. Considerato il largo e tradizionale consumo in Italia, è molto probabile che anche la grande distribuzione potrebbe essere interessata alla vendita di asparagi selvatici, se solo ci fossero coltivazioni sufficienti a garantirne l'offerta".
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06040 Vallo di Nera (PG)
Tel.: (+39) 0743.616300 - 338.7075765
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