L'utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura è argomento di particolare attenzione, sia per gli operatori sia per l'opinione pubblica, per le ricadute che il loro impiego determina sulla salute e sull'ambiente. Recentemente l'INAIL ha reso disponibile, sul proprio sito, il nuovo manuale sull'Uso in sicurezza dei prodotti fitosanitari. Si tratta di un opuscolo che può essere utilizzato come materiale didattico per la formazione e informazione dei lavoratori sugli aspetti dell'uso in sicurezza di tali sostanze.
Facciamo il punto della situazione in materia con l'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese.
FreshPlaza (FP): Nel caso un lavoratore contragga una malattia dovuta all'uso dei prodotti fitosanitari, può chiedere il risarcimento del danno al proprio datore di lavoro?
Gualtiero Roveda (GR): Sì. E, in verità, non è l'unico rischio che quest'ultimo corre. L'imprenditore, in ragione delle norme che tutelano la salute dei lavoratori, è destinatario di un severo obbligo di sicurezza al quale deve adempiere, esercitando i suoi poteri di direzione e organizzazione.La responsabilità, conseguente alla violazione di tale obbligazione, può rilevare sotto diversi profili sanzionatori e risarcitori e può essere di natura: penale; civile; amministrativa, amministrativa/penale dell'Ente ex Dlgs 231/01 nel caso di società; previdenziale (azione di regresso Inail, prestazioni assicurative indennitarie per il lavoratore).
FP: Quali sono i principi che regolano l'utilizzo dei prodotti fitosanitari?
GR: I riferimenti in materia sono il decreto legislativo n. 150/12 (che ha istituito un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari) e il d. lgs. 81/08 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro). In estrema sintesi, il precetto di fondo è il seguente: i prodotti fitosanitari devono essere impiegati quando servono e nelle quantità necessarie, prevedendo una gestione adeguata di tutte le fasi operative, dall'acquisto, al trasporto, alla conservazione, alla preparazione della miscela, al trattamento delle piante e/o dei suoli e alla gestione del post-trattamento.
FP: Obiettivamente, ognuna di queste fasi può presentare rischi per gli operatori.
GR: Proprio così. Può esservi rischio espositivo più o meno elevato, in ragione della pericolosità intrinseca del principio attivo, dei livelli di esposizione e di assorbimento nell'organismo attraverso le varie vie di penetrazione. Il prodotto di sintesi può essere inalato, assimilato per via cutanea oppure ingerito. Conseguenze particolarmente pregiudizievoli per la salute si verificano quando l'esposizione determina l'assorbimento da parte dell'organismo di basse dosi prolungate nel tempo.
FP: Quali sono gli effetti registrati sulla salute degli addetti all'utilizzo dei prodotti?
GR: La ricerca sperimentale ha evidenziato che i prodotti fitosanitari hanno un ruolo nell'azione mutagena e cancerogena, nell'alterazione del metabolismo e nella determinazione di patologie respiratorie, cardiovascolari, del sistema immunitario, renale, nervoso, endocrino, nonché di malattie neuro degenerative. Entrambi i provvedimenti normativi, innanzi ricordati, sottolineano l'importanza di promuovere la cultura della prevenzione attraverso l'informazione e la formazione degli operatori. E'assolutamente necessario attivare procedure di lavoro corrette e utilizzare attrezzature adeguate.
FP: E sulle malattie professionali?
GR: L'Istituto assicuratore pubblico rileva in agricoltura, sia pur con la difficoltà di isolare le sole malattie professionali connesse all'utilizzo di prodotti chimici, un costante incremento delle malattie professionali, molto superiore, negli ultimi due anni, rispetto alle altre gestioni. E' essenziale, pertanto, l'adozione di comportamenti sicuri nell'impiego di tali composti e la specifica e precisa conoscenza delle misure di prevenzione e protezione da adottare. L'opuscolo in questione deve essere fatto oggetto di attento studio e divulgazione.