L'omeopatia nasce in Germania negli anni '20 del 1800, a opera del medico tedesco Samuel Hahnemann ed è un metodo clinico terapeutico che per circa un secolo è rimasto applicato solo al genere umano. A parlacene è stato Francesco Di Lorenzo, agronomo, che ne ha fatto una ragione di vita oltre che professionale.
"La legge sui simili era già applicata da Ippocrate che la considerava come un principio universale di funzionamento della natura – ha detto Di Lorenzo - Le prime applicazione di questa metodologia in campo agrario si ebbero però negli anni '20 del 900 a opera di due medici austriaci, i coniugi Kolisko. Successivamente, nel 1985 la Prof.ssa L. Betti, della Facoltà di Agraria di Bologna, fondò il Laboratorio di Agro-omeopatia. La metodica agro-omeopatica consiste nell'applicare alle coltivazioni agrarie soluzioni acquose contenenti sostanze altamente diluite derivanti dai tre ambiti della natura (animale, vegetale e minerale), che hanno però subito un processo di agitazione (dinamizzazione)".
Francesco Di Lorenzo
A oggi, l'Agro-omeopatia viene applicata secondo un approccio agro-ecologico, che considera l'azienda agricola come un agro-ecosistema, cioè un sistema complesso in grado di autoregolarsi. Questo metodo considera infatti le patologie vegetali solo squilibri (sintomi) da inserire in un quadro patologico più ampio, che abbraccia l'intera azienda agricola. Il metodo agro-omeopatico si pone quindi l'obiettivo di individuare e agire sulla causa dello squilibrio, cercando di riportare il sistema al suo precedente livello omeostatico.
"La prima fase – ha proseguito l'esperto - consiste in una attenta analisi quali-quantitativa del sistema, tramite strumenti che permettono la valutazione di molti parametri, come la biodiversità, la vitalità del suolo, la biodisponibilità di sostanze minerali e il grado di resilienza di tutto il sistema. In seguito si applica la Legge di Similitudine Hahnemaniana e la Legge di Similitudine Metabolica scoperta dall'omeopata Radko Tichavsky. Tramite quest'ultima legge, si è in grado, incrociando i dati ottenuti con quelli presenti nel Duke Database dell'USDA, di individuare con estrema precisione il rimedio agro-omeopatico specifico".
Le sostanze utilizzate nei trattamenti agro-omeopatici, in buona misura, vengono prelevate all'interno del sistema agricolo o nelle sue vicinanze. Questa metodologia, pur integrando il metodo di agricoltura biologica, "ne rappresenta di fatto l'evoluzione, segnandone però il completo superamento".
"L'applicazione di questo metodo – ha spiegato l'agronomo - comporta tempi di carenza nulli e zero residui. Il prodotto agricolo ottenuto potrà essere raccolto e consumato anche subito dopo il trattamento agro-omeopatico. Al metodo agro-omeopatico si affiancano varie tecniche di gestione del suolo in grado di ottenere una totale o parziale chiusura del ciclo del carbonio, stimolando i sistemi biologici presenti nel terreno e favorendo la fertilità dello stesso".
Le principali finalità consistono nell'eliminare totalmente dalla pratica agricola l'uso della chimica di sintesi, sia nella lotta ai parassiti e alle infestanti che nei piani di concimazione. Ulteriore scopo è quello di migliorare la salubrità e la qualità delle produzioni agricole, ottenendo prodotti molto vicini a sostanze nutraceutiche.
Contatti:
Dott. Agr. Francesco Di Lorenzo
Scuola di Medicina Integrata – Palermo
Responsabile Sezione Agro-omeopatia
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