Contatti con l'estero per un coordinamento fra i paesi produttori; ricerca di nuovi mercati e pressioni per avviare i protocolli di esportazione; campagne di informazione verso i consumatori: sono solo alcune delle attività messe in campo negli ultimi mesi dal Comitato di prodotto uva da tavola nell'ambito di Ortofrutta Italia.
Foto d'archivio
"Da pochi giorni è partita la comunicazione (cfr. FreshPlaza del 25/09/2019) nella Gdo e negozi specializzati - spiega Nazario Battelli presidente di Ortofrutta Italia - per valorizzare l'uva da tavola. I primi riscontri sono molto positivi. I buyer della Gdo ci dicono che noi andiamo a compensare quell'aspetto della comunicazione che le catene molto spesso non riescono a fare. E se i consumatori apprezzano le nostre campagne, probabilmente sono indotti a effettuare qualche acquisto in più".
Il comparto dell'uva da tavola è in fermento e le aspettative sono alte. "La qualità del prodotto, quest'anno, è eccellente - precisa Battelli - grazie a un andamento meteo estivo ideale. Le quantità sono inferiori alla media degli ultimi anni, con punte fino al 20%. I prezzi si preannunciano molto interessanti. Ciò non toglie che è indispensabile proseguire con l'internazionalizzazione".
Il comparto esporta già il 50% della produzione, ma non basta. Nel bilancio ci sono sempre quelle 20mila tonnellate che fino a 6 anni fa erano destinate al mercato russo e che oggi devono essere collocate altrove.
"Estremo oriente come Vietnam - conclude Battelli - ma anche zone più vicine con Emirati possono diventare possibili mercati. Ed è per questo che già ci si è mossi per i protocolli per l'export. resta poi sempre l'auspicio di poter accedere al mercato cinese, ma lì i tempi sono davvero lunghi".
Da pochi giorni, la Spagna ha iniziato l'esportazione di uva proprio verso la Cina (cfr. FreshPlaza del 12/09/2019) mentre l'Italia sta a guardare. La grande incongruenza europea sta nel fatto che, per importare dai Paesi extra Ue, una nazione si rivolge a Bruxelles e può inviare frutta e verdura verso qualsiasi paese europeo, mentre non è valido il contrario, cosa per cui ogni singola nazione europea deve veder approvato un proprio protocollo separato (cfr. FreshPlaza del 23/07/2018).