Nella stagione 2018/19 le esportazioni di pere europee nel complesso si sono posizionate su 1,1 milioni di tonnellate, -9% sul 2017/18 e -6% rispetto al triennio 2015/2018. La flessione più o meno evidente ha riguardato tutti i principali Paesi produttori europei.
Particolare attenzione, soprattutto in questi ultimi anni, va posta all'evoluzione dei concorrenti degli esportatori italiani, che vanno a privilegiare spedizioni maggiormente rivolte sui già saturi mercati tradizionali europei.
L'Italia, nonostante il calo produttivo in atto, detiene il primato in termini offerta, e si pone al terzo posto volumi esportati, in Europa, preceduta solo dal Belgio e soprattutto Olanda, che continuano a mostrare un'elevata propensione all'export.
Durante la commercializzazione 2018/19 l'export di pere italiane si è sceso a 140.000 tonnellate, -12% sul 2017/18, anche a causa di una limitata offerta. I quantitativi sono, come di consueto, rimasti entro i confini della Comunità Europea (ben il 92% del totale). Panorama pressoché invariato per quanto riguarda le destinazioni, con la Germania che si conferma di gran lunga prevalente col 42% del totale movimentato, ma con volumi in calo del 15% rispetto allo scorso anno. Nel confronto col 2017/18, appare generale il calo delle vendite verso i restanti Paesi UE ad eccezione della Francia in lieve ripresa (+5%), più limitatamente verso Spagna e Grecia. Da sottolineare una timida ripresa delle spedizioni dirette in Libia, in merito ai mercati extra-europei.
Situazione diversa invece in Olanda dove aumentano le produzioni e di conseguenza l'export; nell'ultimo triennio le movimentazioni hanno raggiunto le 360.000 tonnellate medie, di cui circa il 90% sono state collocate in ambito UE. Nel 2018/19 i volumi diretti ai mercati esteri sono risultati elevati (359.000 tonnellate, -1% sull'annata precedente) con un piccolo calo dei volumi diretti in UE28 (-3%) a cui si è contrapposto un aumento verso i Paesi terzi (+14%). In ambito comunitario le pere vendute in Germania sono state oltre 80.000 tonnellate (ben il 23% dei volumi complessivi) +7% sul 2017/18, ma segno positivo anche in Inghilterra (+13%), Spagna (+13%) ed Italia (+28%), in calo invece Belgio, Polonia e Francia. Tra i Paesi extra-Ue hanno concorso all'incremento i volumi diretti in Cina e India.
Calo delle esportazioni del Belgio nel 2018/19, -5% sul 2017/18, pari a 288.000 tonnellate. Aumenta la movimentazione verso i mercati europei che ultimamente ha raggiunto il 94% del totale. Rispetto al passato salgono i volumi destinati al mercato inglese, oggi la principale destinazione, seguita da Francia anche in questo caso in ascesa e dall'Estonia, in quest'ultima stagione.
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Molto rilevante appare la diminuzione dell'export spagnolo nel 2018/19, le 94.000 tonnellate, scendono del 28% rispetto alla campagna precedente, complici anche le produzioni penalizzate da eventi atmosferici. Il potenziale esportativo si è notevolmente ridotto, conseguentemente al calo produttivo, passando da oltre 120.000 tonnellate del periodo 2008-2011 a circa 100.000 tonnellate negli anni recenti.
Nel caso spagnolo però scendono le vendite in UE28 in favore dei Paesi terzi saliti al 66% del totale nell'ultima stagione. Ciò è la diretta conseguenza del variato il panorama delle destinazioni: in forte ascesa il Marocco, irrisorio fino a qualche anno fa ed ora il principale mercato di sbocco (40% del totale); in netto calo i volumi diretti in Italia (primo mercato anni fa, ora al 10%), Francia ed anche Germania. Tra i paesi terzi, risulta in ascesa anche il Brasile e, nel Medio Oriente, Israele, Emirati Arabi e Giordania in particolare.
Più altalenanti in questi anni le spedizioni della Rocha portoghese; nel 2018/19 risultano destinate sui mercati esteri oltre 90.000 tonnellate, -24% sul 2017/18, volumi più simili alla media del triennio 2015-2018. Come per la Spagna, si rileva un calo i volumi diretti verso i Paesi UE a favore dell'extra-Ue; spicca per importanza il Brasile che negli ultimi anni assorbe oltre il 40% dell'export portoghese. In calo i quantitativi in Inghilterra e Francia, a cui si contrappongono i volumi leggermente maggiori in Spagna e Germania.
Tra gli altri Paesi europei che esportano pere troviamo anche Polonia (con offerta interna in aumento) e Lituania (prodotto in realtà triangolato) con movimentazioni dirette, in entrambi i casi, principalmente verso la Bielorussia e secondariamente verso il Kazakistan.
Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT