La lista degli insetticidi che sono stati esclusi dal 2000 a oggi sembra allungarsi sempre più e ora, dopo l'esclusione del Chlorpyrifos etile, del quale è stata riconosciuta la pericolosità, tocca al Chlorpyrifos-methyl, sostanza molto utile nel campo fitoiatrico ortofrutticolo.
A tale riguardo, Vittorio Filì, presidente dell'ARPTRA (Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura), spiega: "Rappresento oltre 420 soci/tecnici che svolgono principalmente l'attività in campo e siamo tutti preoccupati circa la revisione da parte dell'Unione europea per quanto riguarda la sostanza attiva Chlorpyrifos-methyl. Trattasi infatti di un agrofarmaco economica ed efficace nelle strategie di difesa integrata, specialmente dei lepidotteri. Viene utilizzato nella coltivazione di uva da tavola, fragole, drupacee (e altre colture), ma soprattutto sembra essere una delle poche sostanze attive efficaci nei confronti della cimice asiatica, l'insetto che ha messo in ginocchio la filiera della pera e che desta sempre più preoccupazione nel nord Italia, ma che si segnala anche nel centro-sud del nostro Paese".
Ci sono forti pressioni da parte degli Stati membri nordeuropei, per promuove la cancellazione anche di questo principio attivo. Dopo che l'autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha dichiarato gli effetti preoccupanti sulla salute umana della famiglia Chlorpyrifos, le autorità competenti hanno pensato di eliminare anche questo pesticida. L'approvazione del Chlorpyrifos-methyl, infatti, terminerà il prossimo gennaio 2020 e una sua probabile uscita dalle sostanze autorizzate potrebbe determinare grandi difficoltà per l'agricoltura italiana.
"Vi è in realtà una confusione tra Chlorpyrifos e Chlorpyrifos-methyl. Il secondo, al contrario del Chlorpyrifos etile, ha un profilo ecotossicologico nettamente migliore, con una residualità nell'ortofrutta ben gestibile dai tecnici di campo e ben accettata dalla GDO", contina Filì.
"Esistono indubbiamente soluzioni alternative, ma queste, oltre ad essere spesso meno efficaci, necessitano di un monitoraggio molto ben organizzato e dispendioso, che non tutte le aziende agricole possono permettersi".
"Inoltre, vorremmo ribadire ancora una volta che gli agricoltori, nel perseguire la Protezione integrata, che è obbligatoria dal 2014, non usano i prodotti fitosanitari per spreco ma per una reale necessità di proteggere le colture quando la pressione dei parassiti è molto elevata. Ci auguriamo che le pressioni di organizzazioni politiche-ambientaliste non scavalchino le evidenze scientifiche nella valutazione oggettiva del processo di revisione di Chlorpyrifos-metil"
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