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Piante completamente prive di agrumi, il caso di un agricoltore lucano

La drastica riduzione della produzione di agrumi registratasi nella maggior parte degli areali, sia italiani sia esteri, è ormai un dato di fatto, con percentuali che, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, variano dal -30/-40% della Sardegna a oltre il -70% dell'arco jonico, specie per le clementine.

I produttori si sono quindi rassegnati che l'attuale campagna sarà caratterizzata da un segno negativo. Mentre però la maggior parte di loro, anche se in ridotte quantità, riesce a raccogliere e commercializzare gli agrumi, e quindi ad assicurarsi un minimo reddito, ci sono altri, invece, che ci segnalano l'assenza totale dei frutti nelle proprie coltivazioni.

E' il caso di Giuseppe Petito, un agricoltore del metapontino, il quale non potrà fare altro che attendere la prossima fioritura e continuare con i consueti interventi agronomici, poiché le sue piante sono del tutto prive di prodotto.

"Oltre 3 ettari e mezzo di agrumi, totalmente privi di frutti, per un totale di 3.200 piante divise in diverse varietà: Navellina VCR, Fukumoto, Corsica 2, Lane Late e altre. Situazione simile anche per i limoni (Verna, Interdonato, ecc) dove gli unici frutti presenti sono stati colpiti dalla grandine e quindi non sono idonei alla commercializzazione", spiega l'agricoltore.

"La maggior parte degli impianti sono al quarto anno, e nel 2018 avevamo raccolto ottimi volumi. Le piante si sono adattate molto bene, grazie anche alla fertilità del suolo e a tutti gli accorgimenti agronomici adottati. L'andamento climatico irregolare, già all'inizio della fioritura, con grandinate e violente precipitazioni, ha provocato una forte cascola dei fiori. A seguire, dopo una primavera piuttosto lunga che si è protratta fino ai primi giorni di giugno con temperature sotto la media stagionale, l'arrivo dell'estate è stato così dirompente da determinare la caduta dei pochi frutticini rimasti".  

Produzione agrumicola 2018 nella stessa azienda.

"Vista la scorsa campagna, mi aspettavo un raccolto fantastico sia in termini di qualità che di quantità, che ci avrebbe permesso di recuperare l'investimento iniziale. Invece, per quest'anno è andata così, non ci resta che sperare nella campagna 2020".