La perdita di redditività registrata negli ultimi anni nel comparto frutticolo richiede il ripensamento, in termini economici, del ruolo che il prodotto svolge sul mercato: la revisione e l'impostazione su elevati standard qualitativi, organolettici, salutistici e nutrizionali può trasformare il settore ortofrutticolo, liberandolo dalla palude dell'anonimato e della commodity attraverso un percorso di riconversione all'alta qualità e al biologico, che apporti un migliore posizionamento e valorizzazione dei prodotti sui mercati, non solo nazionali, ma, soprattutto, europei e oltremare.
Il raggiungimento di questi standard, in un'ottica di omogeneità delle produzioni, passa prevalentemente dalla capacità degli operatori di monitorare e controllare le varie fasi della filiera; in tal senso, la tecnologia corre in nostro aiuto, grazie alla realizzazione di supporti informatici intelligenti, in grado di registrare indicatori produttivi, controllare la rispondenza ai parametri qualitativi e restituire procedure operative corrette.
Apofruit Italia ha intrapreso questa strada grazie a un progetto di filiera che, assieme al supporto di CRPV, UNIBO, UNIMORE e Sysman progetti e servizi, vuole porsi in primo piano nel percorso verso l'informatizzazione, possedendo già le solide basi su cui si intendono innestare sistemi concettualmente più evoluti. Nello specifico, la cooperativa cesenate aveva già informatizzato il catasto delle aziende agricole consociate, del relativo quaderno di campagna, della gestione della concimazione e delle visite; tutti questi dati vengono inoltre allineati con un sistema di supporto decisionale (DSS) per la gestione dell'irrigazione.
Il passo successivo intrapreso negli ultimi anni riguarda l'evoluzione verso nuovi dati che permettano di controllare e gestire i moderni standard qualitativi, in relazione ai singoli appezzamenti (es. analisi chimiche del terreno, delle acque, dei frutti) per sviluppare Bluleaf, un sistema di monitoraggio e allerta interattivo messo a disposizione delle proprie aziende consociate, capace di avvisare gli operatori quando un dato di un determinato indicatore risulti inferiore allo standard preimpostato.
In linea generale, il software si basa sui modelli della FAO per il calcolo del bilancio idrico delle colture e sui modelli dell'Università di Pisa per il bilancio nutrizionale e la gestione della fertilizzazione delle colture. Tra le principali caratteristiche del DSS, vi è la possibilità di integrare il livello informativo di modelli e sensori, confrontando cioè le simulazioni dei modelli con le misurazioni 'in tempo reale' fornite da sensori suolo-pianta presenti, consentendo così una calibrazione locale del sistema.
Accanto all'aspetto legato all'innovazione informatica, la realizzazione di un sistema di controllo così preciso ha affrontato anche la problematica di quali parametri considerare e dei relativi standard da applicare che, nel campo della produzione di frutta a elevato valore salutistico, nutrizionale ed organolettico, riguardano il contenuto di sostanza secca, calcio e zuccheri.
La ricerca di tali standard si è concentrata sull'applicazione di un bilanciamento idrico controllato, avente lo scopo di aumentare la forza del frutto e quindi la sua capacità di attrarre sostanza secca, con effetti positivi sul contenuto in calcio, sulla pezzatura e conseguentemente sulla conservabilità, dato che un tenore di sostanza secca più elevato nei frutti mitiga i rischi dell'insorgenza di fisiopatie da freddo in frigoconservazione.
Un altro aspetto di rilievo affrontato nell'impostazione del nuovo sistema informatico di gestione riguarda la riduzione dei residui chimici, richiesta per rispettare i più elevati standard nella produzione di frutta di qualità. A tale scopo, il progetto ha colto le opportunità dei metodi di lotta alternativi, come l'impiego di reti anti insetto, permettendo di abbattere sensibilmente l'impiego di prodotti fitosanitari con conseguenze positive sulla salubrità delle produzioni.
Le innovazioni della filiera Apofruit hanno Infine toccato anche il lato packaging; in particolare sono stati implementate confezioni che, grazie a fori e feritoie opportunamente disposti, garantiscono un rapido raffreddamento del prodotto nelle prime fasi della commercializzazione (abbattimento della temperatura nella sede di confezionamento, prima del trasporto verso le destinazioni finali) impedendo ristagni di umidità per scongiurare il più possibile lo sviluppo di marciumi.
Articolo realizzato nell'ambito del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2014 operazione 16.2.01 "Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agricolo e agroindustriale Focus Area 3A – Progetto "Interventi innovativi a supporto di una Filiera frutticola ad alta qualità salutistica, nutrizionale ed organolettica FILS".