Pratiche sleali: Paolo De Castro auspica che il Governo nazionale italiano recepisca la direttiva europea al più presto. "Questo aiuterà i mercati all'ingrosso a rafforzare il proprio ruolo". Lo scrive l'eurodeputato in una nota all'Andmi, l'Associazione dei direttori dei mercati all'ingrosso.
Foto d'archivio
"Il Parlamento europeo - continua De Castro - ha approvato quest'anno un'importante direttiva contro le pratiche commerciali sleali, che potrà aiutare anche il sistema italiano dei mercati e dei centri agroalimentari all'ingrosso a crescere in termini dimensionali e di efficienza. La direttiva, di cui ho l'onore di essere stato capo negoziatore e relatore, è entrata in vigore il 30 aprile scorso dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale UE. E a partire da quella data, gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepirla con una legge nazionale".
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Il provvedimento, che era in gestazione da anni, è finalizzato soprattutto a contrastare le pratiche sleali (ne sono state individuate 16), come ritardati pagamenti della merce consegnata, modifiche unilaterali e retroattive dei contratti di fornitura, imposizione di pagamenti per servizi o pubblicità non richiesta.
"Pratiche vietate, ma purtroppo adottate soprattutto da grandi centrali d'acquisto e catene della Grande distribuzione nei confronti dei fornitori: agricoltori e aziende di prima trasformazione che rappresentano gli anelli più deboli della catena del valore".
Ma tutto ciò non basta per rilanciare i Mercati all'ingrosso che "rappresentano, in Italia, il 37% del totale. Negli altri paesi europei vi sono poche strutture molto grandi ed efficienti, mentre in Italia abbiamo ben più di 100 mercati, la maggior parte dei quali piccoli e non al passo con i tempi. Per la precisione, si tratta di 140 mercati, di cui il 70% di piccole dimensioni e a gestione diretta comunale, che stentano a tenere il passo con i tempi e l'evoluzione del commercio".
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La stessa normativa di settore è ormai vecchia e superata: la legge nazionale è ancora quella del 1959, mentre le regioni (non tutte) che hanno legiferato in questa materia si sono fermate a molti anni addietro.
E' chiaro che spetta al legislatore nazionale, d'intesa con le Regioni, disciplinare la materia in modo adeguato e in funzione di un commercio internazionale sempre più globalizzato. Il che significa rivolgere un'attenzione particolare ad aspetti cruciali, quali logistica e trasporto, digitalizzazione e adeguamento delle procedure, a tutela e prevenzione di pratiche commerciali sleali che ancora oggi si perpetuano in diverse aree del territorio, a scapito soprattutto degli agricoltori e della salute dei consumatori.
"E, per quanto riguarda le forme di gestione - conclude De Castro - occorre tendere a separare i ruoli dei soggetti pubblici, ai quali andrebbe affidata una funzione di controllo e di indirizzo, da quello dei privati che dovrebbero gestire direttamente i servizi con criteri imprenditoriali improntati a efficienza e innovazione".