Le castagne sono prodotti senza glutine, a basso contenuto di grassi e senza colesterolo. Il decadimento post-raccolta riduce la durata di conservazione dei frutti e può causare gravi perdite economiche. Negli ultimi anni, molte università italiane si stanno occupando di Gnomoniopsis castaneae, agente del marciume bruno o gessoso della castagna.
Le prime segnalazioni della malattia in Italia risalgono al 2005 in Piemonte. Successivamente, è stata rinvenuta in Campania, Lazio, Emilia-Romagna e in altre aree castanicole italiane. La malattia è tuttavia presente anche in Francia, Svizzera, Grecia, Spagna, Slovenia e Regno Unito.
Il marciume causato da G. castaneae può verificarsi sia prima sia dopo la raccolta, colpendo i frutti ancora sulla pianta, quelli sul terreno o durante la conservazione prima di essere commercializzati o trasformati. L'incidenza del patogeno sui frutti varia nello spazio e nel tempo ed è spesso associata a notevoli perdite di prodotto.
I patologi forestali del Disafa di Torino, che da anni conducono studi sulla lotta ai marciumi delle castagne presso il Centro di Castanicoltura della Regione Piemonte, hanno scoperto che:
- tutte le specie e gli ibridi sono suscettibili a G. castaneae; questo fungo è un patogeno ma anche un endofita;
- il patogeno è associato sia ai marciumi delle castagne sia ai cancri di castagno e nocciolo;
- l’incidenza del patogeno è influenzata dalle temperature, ma non dalle piogge e dalla densità di impianto.
- Bacillus amyloliquefaciens e Trichoderma atroviride sembrano potenziali candidati per la lotta biologica contro G. castaneae
E' quanto emerge da una presentazione di Paolo Gonthier del Disafa presso il Centro di Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi (FI).
Gnomoniopsis castaneae: evoluzione del quadro sintomatologico (foto Disafa).
Per quanto riguarda i trattamenti post-raccolta, i ricercatori dell'Università della Tuscia hanno pubblicato da qualche mese uno studio sull'effetto del trattamento gassoso con ozono sul marciume delle castagne causato dalla G. castaneae e sui parametri di qualità delle castagne.
"I risultati hanno mostrato che il trattamento con ozono (150 ppb durante il giorno e 300 ppb durante la notte) ha ridotto il decadimento delle castagne e ha avuto un effetto fungistatico sugli isolati di G. castaneae - spiegano i ricercatori di Viterbo - L'esposizione delle castagne all'ozono non ha modificato la perdita di peso, il contenuto di zucchero e l'acidità titolabile. La concentrazione di fenoli totali è diminuita durante il periodo di conservazione, sia per le castagne trattate che per quelle non trattate. Tuttavia, dopo 150 giorni di trattamento, il contenuto di polifenoli delle castagne esposte all'ozono era significativamente più elevato rispetto a quello delle castagne di controllo. I nostri risultati hanno suggerito che l'ozono è uno strumento appropriato ed economico per massimizzare la qualità della shelf-life delle castagne, consentendone la conservazione per lunghi periodi".
Fonte:
Lione G, Danti R., Fernandez-Conradi P., Ferreira-Cardoso J.V., Lefort F., Marques G., Meyer J.B., Prospero S., Radócz L., Robin C., Turchetti T., Vettraino A.M., Gonthier P., 'The emerging pathogen of chestnut Gnomoniopsis castaneae: the challenge posed by a versatile fungus', 2019, European Journal of Plant Pathology, Vol. 153, pag. 671–685.
Vettraino A.M., Bianchini L., Caradonna V., Forniti R., Goffi V., Zambelli M., Testa A., Vinciguerra V., Botondi R., 'Ozone gas as a storage treatment to control Gnomoniopsis castanea, preserving chestnut quality', 2019, Journal of the Science of Food and Agriculture, Vol. 99 (13).