"Quello della manodopera è il tema di cui ci si dovrebbe preoccupare di più, perché non ci sarà ripresa se non ci saranno persone disponibili a lavorare in campagna e nelle aziende di lavorazione, confezionamento e commercializzazione". Lo afferma Giorgio Mercuri, presidente del Settore Agroalimentare di Alleanza cooperative italiane, che abbiamo intervistato su questo tema.
Freshplaza (FP): Presidente, qual è l'attuale situazione sul fronte manodopera?
Giorgio Mercuri (GM): La situazione è preoccupante, perché gli operai, più o meno specializzati, che venivano in Italia come stagionali, sono bloccati nelle loro nazioni a causa della situazione di emergenza. E non è possibile ancora stabilire quando si potrà tornare a una parvenza di normalità. Ma le aziende agricole e le strutture di lavorazione sono già in sofferenza: si pensi solo a chi sta per entrare nel vivo della campagna delle fragole e degli asparagi, tanto per citare un paio di prodotti di stagione.
FP: Cosa proponete per arginare questa soluzione?
GM: Prima di tutto, occorre puntare sui voucher ma semplificati, in deroga alle attuali regole. Devono essere insomma dei corona-voucher, validi solo per il periodo dell'emergenza, ma senza burocrazia, che permettano di far lavorare disoccupati, e persone in cassa integrazione. E penso anche a tutti coloro che normalmente avrebbero lavorato nel settore del turismo e che, probabilmente, quest'anno avranno difficoltà.
FP: In seconda battuta?
GM: Crediamo che anche coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza debbano avere la possibilità di lavorare, integrando così tale reddito. Ovviamente, occorre una rete in cui far circolare le informazioni sul fabbisogno di manodopera, in modo che il lavoratore possa essere assunto in aziende non troppo lontane dal proprio domicilio, così da rispettare anche le disposizioni sullo spostarsi il meno possibile.
FP: A volte un'azienda agricola può avere necessità per alcuni giorni, avere un vuoto per altri e poi necessitare ancora di manodopera. Cosa ritenete adeguato fare, al riguardo?
GM: Chiediamo al governo di permettere lo scambio di manodopera fra le aziende, fra le cooperative, in modo da non rimanere mai scoperti e dare così lavoro continuativo alla manodopera. Siamo in emergenza, occorre flessibilità, velocità e snellimento della burocrazia.
FP: Servono leggi speciali?
GM: No, non chiediamo di cambiare nessuna legge attuale, ma di attuare delle azioni in deroga, atte a far sopravvivere il mondo della produzione e del lavoro durante l'emergenza.
FP: Quale insegnamento trarre da questa emergenza?
GM: Credo che la società civile, quella che spesso dà per scontato il lavoro della filiera agroalimentare, debba capire che produrre cibo è strategico, per una nazione. Si pensi alla mancanza attuale di mascherine e altri presìdi di protezione: dipendiamo dall'estero e applaudiamo quando una nazione ce li concede. E se fosse stato così anche per il cibo? Se avessimo delegato tutto all'estero, a basso costo? I nostri produttori, le nostre cooperative, con il proprio lavoro, stanno facendo stare a galla il nostro Paese, così come tutti gli operatori ospedalieri lo stanno facendo dal punto di vista sanitario. Vorrei quindi che nascesse una consapevolezza sull'assoluto ruolo strategico del settore primario non solo ora perché siamo in emergenza, ma ogni giorno.