Il settore ortofrutticolo è impegnato al massimo per garantire che sulle tavole delle famiglie italiane ed europee non manchi l'approvvigionamento alimentare. Come sempre, in queste situazioni di emergenza, sorgono polemiche circa presunti aumenti dei prezzi, senza tener presente che le oscillazioni di mercato, in ortofrutta come altrove, esistono da sempre. Le opinioni vanno tutte rispettate, ma è compito (diritto/dovere) di chi opera nel settore porre nella corretta luce i meccanismi che riguardano la produzione e vendita dei prodotti ortofrutticoli. A tal proposito, abbiamo raccolto l'opinione di Giorgio Mancuso, storico operatore nel settore dei frutti esotici e non solo.
Giorgio Mancuso
"Sentiamo grandi appelli all'acquisto dei prodotti italiani - ha detto Mancuso - come se nella commercializzazione di prodotti provenienti da fuori Italia non fossero impegnati migliaia di lavoratori italiani, che si adoperano tutti i giorni per distribuire prodotti sani, genuini e convenienti. E come se gli oggetti che utilizziamo comunemente, dall'auto al cellulare, fossero sempre prodotti in Italia. Bisognerebbe anche che gli operatori, specialmente quelli più vicini al consumatore finale, recepissero le esigenze dei mercati e stimolassero il consumo, anche per adattarsi al meglio alle esigenze di tutti, aiutando il consumatore nell'acquisto dei prodotti più convenienti e salutari".
"Colgo l'esempio del lime e del limone - ha proseguito l'esperto - Da quando è scoppiata la crisi dovuta alla diffusione del Coronavirus, la richiesta di limoni è molto cresciuta; allo stesso tempo, con la chiusura di bar, ristoranti, discoteche e tutti i luoghi di ritrovo, la richiesta di lime è crollata, dall'oggi al domani, senza preavviso. Pertanto, tutti gli importatori si sono ritrovati con grandi quantitativi di lime, ordinati magari in previsione della primavera e della Pasqua, quando i consumi normalmente aumentavano, con adesso ben poche possibilità di vendita: ciò ha determinato un fisiologico crollo dei prezzi".
"Oggi, all'ingrosso, il lime costa quasi la metà del limone, sebbene abbia proprietà molto simili e possa essere utilizzato esattamente come il limone. Andiamo a guardare i banchi di offerta dei supermercati. Dozzine di cassette di limoni, dei più svariati, con prezzi oltre i 2 euro al kg e un piccolo cestino dedicato al lime, con qualche frutto (per lo più appassito) e in offerta vicino ai 4,00 €/kg! Ciò accade nonostante i prezzi all'ingrosso del lime siano davvero inferiori a quelli del limone. Vi è dunque una grande discrepanza, che non giova a nessuno in momenti come questi".
"Il lime contiene molta vitamina C ed è semplicemente più aromatico e senza semi – ha spiegato ancora - Il momento attuale potrebbe dunque essere un'ottima opportunità per far conoscere questo agrume a un pubblico più vasto. Il lime è prodotto maggiormente in Brasile e in Messico, ma anche in Italia ci sono delle importanti produzioni, anche se ben pochi lo sanno, che sono ottime e potrebbero essere ben sviluppate con gli opportuni investimenti, se soltanto fossimo capaci di far conoscere il prodotto al grande pubblico".
"Evitiamo di relegare il lime in un piccolo spazio di nicchia, senza nessuna possibilità di diventare un prodotto di largo consumo, con grandi benefici per tutti, prima di tutti i consumatori. Offriamo lime in vendita al pubblico a prezzi ragionevoli. Creiamo un'opportunità ed evitiamo la distruzione di tonnellate e tonnellate di merce, che è sempre un delitto contro l'umanità, specie in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando".