Al posto del PAI-Piano Assicurativo Individuale, che causa un danno economico agli agricoltori, la soluzione può essere lo Standard Value, che rappresenta il valore unitario massimo assicurabile di un prodotto. Lo sottolinea Gianluigi Zucchi (in foto a lato), presidente del Condifesa di Bologna e Ferrara, realtà che conta circa 6000 soci e 663 milioni di euro di valore assicurato nel 2019.
"Il nostro Consorzio - esordisce il presidente - ha aperto la Campagna assicurativa il 27 febbraio 2020, dando l'opportunità di poter assicurare in un momento dove il gelo, in virtù di un anticipo fenologico di tutte le colture, faceva prevedere un probabile rischio catastrofale".
La necessità di assicurare presto nasce anche dalla tempistica temporale, che prevede l'entrata in copertura assicurativa dopo 12 giorni dalla firma: 12 giorni per il gelo, 3 giorni per la grandine. Superato questo momento e aperta la campagna assicurativa con 20 Compagnie, era rimasto da modificare il P.G.R.A (Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura 2020) di emanazione ministeriale.
"Da diversi anni – sottolinea il presidente - stiamo cercando di cambiare il sistema del PAI, in quanto è un sistema che ha comportato un danno economico agli agricoltori, impedendo di fatto di poter ricevere i contributi comunitari in proporzione ai valori assicurati. Inoltre, ha introdotto la deprecabile, incomprensibile e ingiusta condizione dell'extra resa. Si tratta di contabilizzare la contribuzione comunitaria sulle fatture di vendita degli ultimi 5 anni, ed è qui che contestiamo il calcolo assurdo".
Nel dettaglio: l'agricoltore che negli ultimi 5 anni avesse subito perdite di prodotto in virtù di avvenimenti avversi, atmosferici (gelo e grandine), fitosanitari (cimice, malattie), di mercato (calo di prezzo che rende anti economica la raccolta), non sarebbe in grado di esibire fatture di vendita. Di conseguenza, la resa del PAI va a zero, e con essa anche la contribuzione agevolata.
"Una soluzione è lo Standard Value che rappresenta il Valore unitario massimo assicurabile di un prodotto: una potenzialità stabilita intelligentemente da Ismea, ente nazionale deputato a questi calcoli e non solo".
"Dopo 6 anni, ancora non è stato cambiato il calcolo dei contributi; milioni di euro sono andati persi e sono stati corrisposti dagli agricoltori. Il sistema contributivo si è rivoltato contro i produttori, che hanno dovuto integrare di tasca loro i costi assicurativi. Oggi si sta provando a introdurre lo Standard Value già da questa campagna, ma la resistenza della burocrazia è insormontabile. Chissà se qualcuno chiederà i danni...", si chiede il presidente.
Altra battaglia che probabilmente vedrà la perdita della parte agricola sarà la richiesta di aumento dei parametri massimi presenti nel Piano di Gestione dei rischi in Agricoltura 2020.
"I parametri massimi di contribuzione devono essere aumentati: questi rappresentavano i valori di contribuzione per polizze agevolate che risarcivano quando la soglia era al 30%, ma ora la soglia è al 20% ed è naturale che un 10% di maggiorazione di risarcimento debba essere contabilizzato, altrimenti il costo andrà coperto ancora una volta dagli agricoltori, di tasca propria".
Se i parametri andavano bene con una polizza agevolata con soglia 30, ora con soglia 20 apportata dal Decreto Omnibus è matematico che debbano essere riparametrati alla nuova polizza agevolata.
Conclude Zucchi: "Nonostante i problemi, gli agricoltori continuano ad assicurarsi e ad avere fiducia e necessità del Sistema di Gestione del Rischio. Malgrado questi due problemi che inficiano il meccanismo assicurativo, ci sarà sempre qualcuno che dirà che il sistema va bene".
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