Con quasi mezzo milione di tonnellate (t) esportate (499.291), il settore spagnolo degli agrumi ha raggiunto i migliori risultati di sempre, per il mese di marzo. Inoltre, l'aumento della domanda, motivato dalle preoccupazioni per il Covid-19, nonché l'interesse degli europei a procurarsi frutti con cui rafforzare il loro sistema immunitario, ha portato a un'inversione di tendenza della campagna.
Anche se il raccolto, in Spagna, è risultato inferiore di quasi il 24% e nonostante il calo significativo del commercio d’oltreoceano, il volume esportato fino a quella data si è avvicinato a quello della stagione precedente (2,86 milioni di tonnellate).
In assenza di statistiche ufficiali, il Citrus Management Committee (CGC) pensa che, ad aprile, il tasso di crescita dovrebbe essere stato lo stesso. "Il governo ha riconosciuto il settore come un'attività essenziale. C’è stato uno sforzo straordinario da parte nostra per raccogliere la sfida e superare le enormi difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, ma è evidente che ci siamo riusciti", ha dichiarato il direttore generale della CGC, Inmaculada Sanfeliu.
Sebbene sia ancora troppo presto per fare il punto sulla campagna, la stagione di quest'anno si concluderà probabilmente un mese/un mese e mezzo prima dell'anno scorso. Con le cifre finora disponibili, si può già dire che a marzo, con un totale di 276.701 tonnellate, le spedizioni di arance sono risultate al secondo posto fra le più grandi mai registrate in quel mese (solo dietro quelle del 2015, quando sono state spedite 287.900 tonnellate). Per quanto riguarda i mandarini, le vendite all'estero sono aumentate del 7%, ma sono inferiori del 25% rispetto alle precedenti, registrate nello stesso periodo.
Vale la pena notare che tutto ciò è stato realizzato in una stagione breve, in termini di raccolta prevista: in generale, con una riduzione degli agrumi del 23,9% rispetto alla stagione 2018/19 (22,4% nelle arance e 28,9% nei mandarini), e nonostante il crollo delle vendite in destinazioni importanti fuori UE, come gli Stati Uniti (a causa dei dazi) o la Cina (a causa dello scoppio della crisi sanitaria). "In periodi di estrema difficoltà, il settore spagnolo ha dimostrato ancora una volta di essere il fornitore europeo più affidabile, con gli standard di qualità più stabili ed elevati", afferma Sanfeliu.
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