"C'è troppa distanza fra il mondo dei consumatori e quello della produzione. Cerchiamo il nemico all'estero, una volta in Spagna, l'altra in Grecia, ma in realtà i primi avversari del sistema italia siamo noi stessi". Lo afferma l'economista Gianluca Bagnara, esperto di politiche agricole, il quale aggiunge: "Il consumatore non compra una pianta di pesco, ma una pesca. Quindi tutti gli investimenti che vengono fatti lungo la filiera non servono a nulla, se poi il prodotto finale non risulta gradito".
Gianluca Bagnara
L'Italia, negli ultimi 20 anni, ha disinvestito quasi totalmente sul fronte della ricerca. La meritocrazia pare aver perso la bussola e mancano i fondi per progetti seri e di ampio respiro. "Ci sono margini incredibili sul fronte dell'innovazione - aggiunge Bagnara - basti pensare alla serbevolezza della frutta legata alla conservabilità. Ci sono solo i primi approcci in questo senso, e siamo in ritardo di almeno un decennio. Non si può pensare di essere forti commercialmente, se non si è forti nel possesso dei brevetti e dell'innovazione".
Secondo Bagnara, vi sono anche esempi di elevato livello sul fronte della ricerca di base, ma poi il limite sta nel fatto che non ci sono i mezzi o la volontà per il trasferimento imprenditoriale, per dare gambe alle idee.
"Noi non siamo e non saremo mai - conclude l'economista - competitivi sul fronte delle commodities. Noi dobbiamo migliorare ed esportare quello che il consumatore mette nel piatto. Da tutto il mondo cercano il made in Italy, eppure noi non siamo in grado di darglielo. E' un paradosso".