A lungo pubblicizzata in tv e sui social, ieri sera 12 ottobre 2020 è andata in onda l'ultima puntata (della stagione) di Presa Diretta, la trasmissione di inchiesta di Rai3. Titolo: "Il prezzo ingiusto".
Numerosi servizi, a volte un po' slegati fra loro, con diverse contraddizioni, però anche temi attuali quanto ovvi per gli addetti al settore. Riassumendo: la Gdo detta il prezzo, gli agricoltori/imprenditori devono sottostare a questi prezzi. Nulla che non si sappia fra chi è del mestiere, però i consumatori queste cose non le sanno, perciò il servizio può essere stato utile per molti.
Non è mancato, specie all'inizio della trasmissione, un po' di "sano" populismo: secondo gli autori "durante il lockdown i prezzi di frutta e verdura sono saliti alle stelle con cifre da capogiro". Aumenti ce ne sono stati, è vero, ma correlati anche all'aumento dei costi dovuti al Covid-19, sulla logistica, nel distanziamento in magazzino, nei turni sfalsati, nell'acquisto dei dispositivi di sicurezza. Di tutto questo il servizio non ha parlato. Altra scivolata "emozionale", per stupire i telespettatori sprovveduti, è stato quando si è comparato il prezzo del petrolio a quello del succo di arancia, come se fosse uno scandalo che il succo di arancia, che deriva da un lungo lavoro di filiera e certificazioni, alla mercé del meteo, è costato di più del petrolio.
Anzi, se all'inizio della trasmissione si è parlato di prezzi alle stelle di frutta e verdura, alla fine tutto si è concluso con un "aumentiamo il prezzo di 10-15 centesimi/kg per poter scongiurare il caporalato": con una contraddizione di non poco conto, quindi.
Gli autori si sono pure chiesti come mai dopo il lockdown i prezzi dell'ortofrutta non siano tornati ai livelli pre Covid-19, come se produrre (e vendere) a febbraio sia la stessa cosa in giugno. D'altronde, quando si parla di qualcosa che non si conosce, è facile incappare in questi scivoloni.
L'intervento del ministro Bellanova
Il filo conduttore di tutta la trasmissione è stata una battaglia contro la Gdo. Il conduttore Riccardo Iacona ha subito dichiarato che la trasmissione non era contro la Gdo, poi però sono arrivate camionate di letame sulla medesima. Ad ogni modo, gli autori hanno contattato tutte le principali catene distributive per avere la loro opinione, ma solo una ha risposto.
Si tratta di Coop attraverso il proprio responsabile ortofrutta Claudio Mazzini. "Noi non speculiamo sulla pelle dei produttori - ha detto Mazzini - perché non cerchiamo il miglior prezzo giornaliero, ma abbiamo rapporti di lunga data con i nostri fornitori. Loro compartecipano alle promozioni, previo accordo, ma noi andiamo loro incontro nei momenti di difficoltà. E se un'offerta decisa mesi prima non può essere portata avanti per sopraggiunte nuove condizioni, l'offerta la si sospende".
La giornalista ha comunque ricordato che anche Coop è stata multata dall'Antitrust per non aver rispettato un imprenditore e i suoi diritti. Mazzini ha replicato che l'Antitrust ha compiuto un lavoro superficiale. Ad ogni modo, essere presente e rispondere alle domande è stata una grande scelta di Coop che ne è uscita a testa alta.
Metà trasmissione è stata dedicata al caporalato e alle terribili condizioni in cui lavorano e vivono molti immigrati nella provincia di Foggia. Su questo argomento si è agganciato il ministro Teresa Bellanova, sottolineando gli sforzi fatti per far emergere questa forma di schiavitù.
Un ragionamento del ministro non può che essere sottoscritto: "I consumatori devono interrogarsi quando vedono un prodotto ortofrutticolo venduto a un prezzo stracciato, al di sotto dei più logici costi di produzione. Perché dietro a un forte sconto o viene sfruttato un bracciante, o un imprenditore, oppure la merce proviene dall'estero dove non si hanno le medesime regole di rispetto del lavoro, dell'ambiente e della salute della nostra filiera".