L'intenzione era quella di raccontare lo spirito della Calabria attraverso i suoi frutti, ma il risultato è stato un popolo in rivolta sui social media, anche considerato il fatto che gli agrumi, protagonisti nel filmato, vengono mostrati maturi in piena estate (!). Potremmo sintetizzare così l'esito del cortometraggio "Calabria Terra Mia", realizzato dal registra Gabriele Muccino e fortemente voluto dal governatore della Regione, Jole Santelli, recentemente scomparsa.
Intrattenere ed emozionare: erano questi i due propositi del video realizzato in lingua italiana, anche con sottotitoli in inglese (almeno sulla pagina Vimeo del regista, ora non più disponibile). Di certo, il cortometraggio ha saputo intrattenere, nel senso di "conservare" dentro di sé, un'idea fantasiosa, stereotipata e anche fanciullesca di una Calabria che è tuttavia ben lontana dalla realtà. Che abbia emozionato, poi, non c’è dubbio: ha scatenato un'intera Regione, che forse non avevamo mai visto così compatta, se non in occasione dei mondiali di calcio.
Raoul Bova (il cui padre era di origini calabresi) e Rocío Muñoz Morales, protagonisti del cortometraggio, presentato di recente alla Festa del Cinema, a Roma.
La nota agrumicola stonata
Il nome del cortometraggio avrebbe dovuto rievocare luoghi, paesaggi, bellezze, profumi e sapori della Calabria. Invece risulta intriso di stereotipi e immagini ben lontane da quello che oggi è la Regione. Il cinema è il cinema: quindi i cieli possono essere verdi e l'erba rossa, per esempio. Ma far maturare le clementine in piena estate è stato il miracolo cinematografico per eccellenza, in questo caso.
Se una fetta di agricoltori calabresi ha apprezzato il fatto che gli agrumi siano i veri protagonisti del cortometraggio (e che questo possa fare da volano per la loro commercializzazione), ce n'è un'altra che non ci sta e, stizzita, tra parodie e polemiche, pensa che i soldi spesi per realizzare il filmato (ben 1,6 milioni di euro!) avrebbero avuto più senso se "gestiti per migliorare la carenza infrastrutturale della Regione, la sanità e per il benessere di uno dei settori che più rappresenta la Calabria, quello agrumicolo".
L'importanza della Regione nell'agrumicoltura italiana, infatti, è da ricondurre prevalentemente alle clementine, di cui rappresenta una quota del 63% circa della produzione totale, come si legge su portalecalabria.eu. La Calabria annovera, inoltre, specie non diffuse in altri areali agrumicoli nazionali, come cedro e bergamotto, per le quali vanta il primato a livello mondiale. Non meno importante la presenza di arance (32%), mandarini (39,1%) e limoni (4,6%).
Come si dice: nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli. E se di agrumi calabresi si doveva parlare, allora la missione può dirsi compiuta!