L'Unione europea sta discutendo i dettagli del Green New Deal, il piano che determinerà le scelte sostenibili per i prossimi anni. A tal proposito, il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, dichiara: "Sul Green New Deal noi non faremo mancare il nostro apporto. In Emilia Romagna siamo sensibili a queste tematiche sin da quando, già negli anni '70, in questa regione abbiamo iniziato la lotta integrata. Ma non deve essere l'ideologia a dettare le regole su coltivazioni e sostanze utilizzabili, bensì la scienza e le competenze".
Se ne è parlato la scorsa settimana durante la tradizionale presentazione dei dati dell'Annata agraria di Cia Romagna. L'edizione 2020 ha visto la partecipazione di Misirocchi, Mirco Bagnari, direttore Cia Romagna, Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna, Dino Scanavino, presidente Cia nazionale, Denis Pantini di Nomisma, Pierluigi Randi vicepresidente Ampro, e Manuela Rontini, consigliere regionale.
Misirocchi ha fatto l'elenco di tutte le "sfortune" del 2020, quasi peggio delle 7 piaghe d'Egitto: "In primavera abbiamo avuto grandi problemi dall'iniziale chiusura dei mercati agricoli. In questa fase è stata mantenuta la loro apertura, in quanto sono attività che si svolgono all'aperto e in piena sicurezza. Le restrizioni da Covid hanno aggravato poi la pressione da parte della fauna selvatica, aumentata senza controllo. Ora, con la zona arancione che impedisce gli spostamenti, occorrono deroghe o è impossibile l'attività venatoria. Abbiamo avuto inoltre il problema delle gelate, con una vastità e un'entità di danni mai visti prima, per cui gli aiuti sono ancora insufficienti".
"L'ortofrutta è il comparto più in difficoltà a causa del clima, ma anche dei mercati, della cimice, delle patologie, e le aziende non riescono più a investire e innovare. Attendiamo ancora che, finalmente, si arrivi alla riduzione della burocrazia e chiediamo che per la copertura del rischio, dove vediamo un progressivo disimpegno delle compagnie assicurative, vengano incentivati strumenti nuovi, come le polizze parametriche".
Rispetto ai dati, alcune anticipazioni erano già state pubblicate (cfr. Freshplaza del 19/11/2020): aumentano gli ettari in produzione, mentre diminuiscono quelli coltivati, rese medie, produzione. Aumentano i prezzi medi all'origine (tranne che per le pere). Attenzione, però: la produzione delle drupacee è pressoché azzerata e si prevede un calo anche dell'actinidia, nonostante superfici (coltivate e in produzione) in leggero aumento rispetto al 2019.
Un esempio: la superfice totale di pesche e nettarine in tutte e tre le province romagnole (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini) nel 2020 è inferiore a quella che era nel 2015 la superfice di pesche e nettarine della sola provincia di Ravenna, sia per ettari coltivati (ettari Ra 2015: 8.759 – ettari Romagna 2020: 8.306), sia per ettari in produzione (ha Ra 2015: 7.959 – ha Romagna 2020: 7.696). Solo ciliegio e pero presentano maggiore produzione, seppur sotto il potenziale. Bene le mele, anche se con una produzione un po' in calo: in Romagna, per quantitativi e finestra di mercato, si prevede una stagione che può essere soddisfacente.