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Focus sul mercato mondiale del kaki

Nell'emisfero Nord la raccolta dei kaki è cominciata a settembre-ottobre. Negli ultimi giorni, la domanda è aumentata di nuovo e i commercianti stanno notando prezzi favorevoli per questo prodotto. Quasi ovunque i prezzi sono più alti rispetto all'anno scorso. Ciò è dovuto, in parte, a un volume notevolmente più basso proveniente dalla Spagna, ma anche perché i prezzi per i coltivatori spagnoli erano drammatici a causa del raccolto record. Tuttavia, in Italia le vendite del prodotto locale procedono a rilento e i prezzi sono in calo. Quest'anno un'altra novità assoluta è rappresentata dal cachi australiano, che quest'anno è stato esportato per la prima volta in Thailandia.

Spagna: sostanziale riduzione del raccolto
A settembre è iniziata la stagione spagnola dei kaki Rojo Brillante. I disastrosi risultati commerciali dell'anno scorso, che hanno coinciso con un raccolto record, hanno determinato una riduzione di circa il 6% della superficie coltivata. Quest'anno i volumi sono stati molto più bassi perché il raccolto è diminuito e le colture sono state interessate in vari modi dalla crescente presenza di parassiti nella regione di Valencia, la principale zona di produzione di questo frutto in Spagna. Questo e le cattive condizioni meteorologiche, come temporali e grandine, hanno ridotto il raccolto di quest'autunno ad addirittura il 45% circa delle 450mila tonnellate raccolte l'anno scorso.

A causa delle inondazioni a Valencia di due settimane fa, i volumi sono diminuiti ancora di più e l'impossibilità di accedere ai campi ha determinato un notevole calo dell'offerta, che si è riflesso sia in un aumento della domanda che nei prezzi più elevati. In termini di qualità, quest'anno i calibri sono generalmente più grandi e i danni provocati dai temporali hanno portato a un'abbondanza di frutta di seconda categoria sul mercato.

Sebbene i prezzi ricevuti dai produttori siano più alti rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione, l'aumento dei costi per contrastare i parassiti ha un impatto enorme sulla redditività. La limitazione nell'uso di prodotti fitosanitari imposta dalle agenzie governative ha significato che parassiti come la cocciniglia cotonosa o la mosca bianca, o funghi come la mycosphaerella potessero continuare a diffondersi in modo incontrollato.

Paesi Bassi: prezzi in aumento
Le piogge registrate all'inizio di questo mese nelle zone di produzione spagnole hanno causato dei danni. Il risultato è stato un aumento notevole dei prezzi del kaki. "La settimana scorsa li vendevo a 0,80-0,90 euro/kg, mentre ora chiediamo 1,20-1,25 euro - sostiene un importatore olandese - Sono molto meno numerosi soprattutto i frutti di piccolo calibro che vengono spesso destinati ai supermercati".

Belgio: aumento la popolarità dei kaki nel Paese
Oltre a quella degli agrumi, è ricominciata anche la stagione dei kaki in Belgio, dove il prodotto sta guadagnando popolarità, ma non è ancora molto conosciuto tra i consumatori. Secondo un commerciante belga, i kaki sono noti soprattutto ai belgi di origine etnica. Diversi commercianti stanno cercando di far conoscere il prodotto a un maggior numero di consumatori e questo sta dando i suoi frutti nelle vendite. Tuttavia, attualmente l'offerta è superiore alla domanda. Oltre alla popolarità del frutto, anche la qualità variabile e la disponibilità sono sfide per il prodotto. Se la situazione troverà una soluzione, un trader belga prevede un futuro brillante per il kaki in Belgio.

Germania: leggera carenza di kaki
Attualmente in Germania c'è una leggera carenza di frutti spagnoli. "I volumi sono più bassi del 30-40% circa rispetto ai quantitativi ritenuti normali per questo periodo e ciò, naturalmente, si nota nel commercio", afferma un grossista. Ora si spera in una piccola ripresa del mercato, dato che la stagione non dovrebbe durare a lungo. "Sospetto che la campagna terminerà tra circa cinque settimane. Non appena le varietà di agrumi migliori arrivano sul mercato a metà dicembre, i kaki di solito passano rapidamente in secondo piano".

Svizzera: i kaki bio sembrano creare una lacuna nel mercato
Per la prima volta, quest'anno, in Svizzera si è cominciato con i kaki biologici da coltivazione greca. Dietro a questo progetto c'è la società Gebana, che ha come sbocco principale i consumatori e i piccoli clienti all'ingrosso. Nella settimana 45 è arrivata in Svizzera una consegna di prova di 240 colii della varietà Hana Fuyu. Questa consegna è stata venduta tutta in pochissimo tempo.

"Attualmente stiamo esaminando il feedback dei nostri clienti e lo useremo per decidere se espandere questo segmento di prodotto l'anno prossimo. Sembra che ci sia comunque una richiesta di kaki biologici", sostengono da Gebana.

Francia: aumento delle vendite previsto intorno al Natale
All'inizio di ottobre sul mercato francese sono tornati i primi kaki provenienti dalla Spagna. Anche se in questa nazione si è registrata una riduzione del 20-25% di prodotto, i francesi non stanno ancora avvertendo l'effetto al mercato all'ingrosso di Rungis. Al momento, le vendite sono tranquille. Negli ultimi dieci giorni, tuttavia, la domanda è aumentata. Anche il prezzo medio di vendita è superiore rispetto a quello dello scorso anno, con una differenza di prezzo di circa 0,30 euro/kg.

Italia: vendite a rilento e prezzi in calo
Nonostante i buoni volumi di produzione di kaki, la situazione commerciale è pesante. Un commerciante del nord d'Italia dice che i retailer ne acquistano piccole quantità e anche i mercati all'ingrosso hanno rallentato l'acquisto di questo prodotto. In Campania le quotazioni all'ingrosso sono in flessione; la situazione è stata soddisfacente fino alla fine di ottobre. Per il kaki Tipo si sono avuti buoni riscontri commerciali fino all'inizio di novembre; a peggiorare la situazione è stata la pioggia degli ultimi giorni, che ne ha compromesso la buona qualità iniziale. Per il kaki Vaniglia, questa è senza dubbio un'annata disastrosa, con quotazioni che non sono mai decollate. Anche per il Rojo Brillante, comunque, la situazione non è rosea: volendo fare un confronto con lo stesso periodo della precedente campagna, i prezzi quest'anno hanno subito un calo del 10%. Un produttore di kaki Rojo Brilante, del centro Italia, si dicesoddisfatto perché al momento ha diverse richieste. 

La campagna del kaki mela siciliano terminerà intorno agli inizi di dicembre e si contraddistingue per i calibri piccoli, che risentono della concorrenza spagnola. Dal punto di vista produttivo le proprietà organolettiche risultano superiori per gusto e consistenza. Stesso andamento anche per il Rojo Brillante, prodotto nella Piana di Sibari, in Calabria. Chi commercializza con i retailer i frutti siciliani spunta prezzi al di sopra di 1,20 euro/kg, all'ingrosso non superano 0,85-0,90 euro/kg.

Stati Uniti: domanda leggermente più marcata rispetto all'anno scorso
Attualmente la California è nel picco della stagione del kaki, con un abbondante raccolto delle varietà Hachiya e Fuyu provenienti principalmente dalla Central-Valley. Le rese di quest'anno sono simili a quelle della stagione 2019 ed è disponibile un'ampia gamma di calibri. I coltivatori stanno notando una buona domanda di mercato. Dopotutto si tratta di una varietà che viene destinata principalmente alla vendita al dettaglio. Secondo alcuni operatori, quindi, sembra che la domanda sia leggermente più marcata rispetto alla scorsa stagione. I prezzi sono simili a quelli dell'anno scorso e, a seconda del clima, dovrebbero rimanere stabili.

Canada: aumenta il consumo di kaki spagnoli
Il mercato canadese importa i kaki Rojo Brilliante dalla Spagna. Quest'anno l'import è cominciato prima del solito, all'inizio di ottobre invece che alla fine del mese. La stagione si concluderà a fine dicembre. Tuttavia, in Canada alcuni importatori dispongono di celle che permettono di prolungare la stagione fino a gennaio o febbraio. In Canada la domanda di kaki è più alta rispetto all'anno scorso e i canali stanno smaltendo bene l'offerta dall'inizio della stagione.

"Questo frutto sta diventando sempre più diffuso e lo vediamo nelle vendite", afferma un importatore del Quebec. L'aumento della domanda è legato alle promozioni e alle pubblicità in Canada che della frutta spagnola. Questo si può notare anche nelle molteplici confezioni di kaki che attualmente si vendono bene sul mercato. Tuttavia, si prevede un aumento del prezzo dei frutti a seguito delle misure adottate dal Paese contro il coronavirus. Dopotutto i magazzini non possono operare a pieno regime e ciò si rifletterà sulle quotazioni. Si prevede che il prezzo aumenti nei prossimi giorni.

Egitto: pochissime esportazioni
Per quest'anno l'Egitto non esporterà kaki verso altri mercati. Molti dei frutteti del Paese sono già datati, e ciò causa rese basse. I frutti prodotti sono destinati principalmente al mercato interno. I piccoli volumi che vengono esportati andranno negli Stati del Golfo.

Sudafrica: non è ancora possibile fare previsioni
La stagione sudafricana non ricomincerà prima di aprile 2021. Tre settimane fa è ricominciata la fioritura dei kaki ma è ancora troppo presto per fare una previsione per la prossima stagione. Gli areali in Sudafrica (che si concentrano principalmente a Capo Occidentale) restano stabili e non si rileva una vera e propria espansione.

Cina: prezzi di mercato leggermente più alti rispetto alla scorsa stagione
La principale regione di produzione di kaki in Cina è Fuping, nella provincia dello Shaanxi, dove le condizioni sono ideali per la sua coltivazione. La superficie totale di quest'area attualmente ammonta a 6.667 ettari. Tuttavia, i kaki di Fuping sono destinati principalmente all'essiccazione e non alla vendita come prodotto fresco. Dopotutto i frutti freschi non sono molto popolari tra i consumatori cinesi. Quest'anno, il prezzo dei kaki sarà più alto rispetto all'anno scorso, anche se al momento in Cina il commercio ortofrutticolo è migliore rispetto al primo semestre di quest'anno.

Australia: prima spedizione di kaki in Thailandia
L'Australia rimane un piccolo produttore di kaki, con meno dell'1% della produzione mondiale. La stagione va da fine febbraio a metà giugno. Secondo gli ultimi dati di Hort Innovation, rispetto all'anno scorso la produzione è aumentata leggermente (3%) a 2.600 tonnellate. All'inizio di quest'anno l'Australia ha esportato con successo la sua prima spedizione di kaki in Thailandia, con un nuovo protocollo.

La spedizione è avvenuta per via aerea su uno dei pochi voli rimasti per Bangkok, dal momento che il coronavirus ha ridotto notevolmente il traffico aereo tra i due Paesi. Si è trattato della prima spedizione di prodotti freschi dall'Australia alla Thailandia utilizzando l'irradiazione fitosanitaria chimica e senza calore. Persimmons Australia spera che il successo di questa spedizione porti all'estensione del protocollo ad altri stati, dal momento che i frutti di questa prima spedizione sono stati venduti immediatamente dopo l'arrivo.

Nuova Zelanda: leggero calo delle esportazioni di kaki
Nonostante le sfide poste dal coronavirus, i coltivatori neozelandesi di kaki sono riusciti a superare le 1.200 ton per la stagione 2020, vale a dire solo una leggera riduzione rispetto al volume di 1.600 ton della campagna 2019. Per quanto riguarda le esportazioni, la Nuova Zelanda ha inviato: 408 ton di kaki in Australia; 211 ton a Singapore; 162 ton in Thailandia; 94 ton in Malesia; 67 ton a Hong Kong; 59 ton in Canada e 28 ton in Cina.

Nel 2020 una delle maggiori sfide per il settore è stato il forte aumento dei dazi d'esportazione dovuto al coronavirus, con un forte passaggio al trasporto marittimo. Il New Zealand Persimmon Industry Council sostiene che la qualità era ancora alta durante la stagione, anche se il clima ha fatto sì che i calibri fossero leggermente più piccoli.