Blocco delle vendite prima delle festività natalizie e celle piene di carciofi. Il prodotto italiano si scontra con la concorrenza, in particolare quella proveniente da Egitto e Tunisia. Si spera in un recupero delle quotazioni di vendita dalla prossima settimana.
Carciofi pugliesi. Foto fornita da Giuseppe Ventura
"Non si vende niente anche in questa settimana - commenta Giuseppe Ventura de La Zucca Rossa, azienda operante presso il Centro agroalimentare di Napoli (CAAN) - I nostri magazzini e le nostre celle refrigerate sono pieni. Le festività hanno rappresentato la tomba del carciofo. Fino al 23 dicembre 2020, il prodotto si è difeso bene e si vendeva a 0,50 euro a capolino, in maniera facile e su base giornaliera. Poi, il nulla. Se oggi si riesce a raggiungere i 0,20 euro a capolino, è già tanto".
I carciofi si stanno vendendo sottocosto. "I colli da 30 capolini acquistati a 7,50-8 euro si stanno vendendo a 5-6 euro. E' un inizio del 2021 davvero scoraggiante".
Secondo Ventura, dalla prossima settimana la situazione deve per forza sbloccarsi, altrimenti saranno dolori. (A destra: carciofi egiziani. Foto fornita da Giuseppe Ventura)
"Lo sbaglio di noi commercianti è stato quello di aver acquistato volumi leggermente superiori, anche di prodotto estero. Questo ha intasato maggiormente i mercati: si pensi che, oltre ai carciofi italiani di Sicilia, Puglia e Sardegna sulle nostre piazze sono presenti anche ortaggi in arrivo da Egitto e Tunisia. Noi, al momento, abbiamo in assortimento carciofo pugliese ed egiziano. La qualità è ovviamente diversa, con costi in rialzo", conclude il grossista.