Fra pandemia, Canale di Suez e rincari sui container non è un momento facile, per la logistica, specie per chi lavora a livello internazionale, con spedizioni via mare. Ne parliamo con Riccardo Martini, amministratore delegato di DCS Tramaco di Ravenna che annuncia di aver rilevato il Terminal VGT al porto di Venezia.
FreshPlaza (FP): Il recente blocco a Suez come ha influito sui trasporti navali da e per i porti italiani, specialmente in ottica di ortofrutta?
Riccardo Martini (RM): L'incidente ha causato ritardi, di circa otto/dieci giorni, alle navi che erano in attesa di transitare dal Mediterraneo verso il Medio ed Estremo Oriente. Ritardi di questo tipo possono comportare problemi qualitativi a prodotti sensibili come il kiwi, ad esempio, ma la stagione dell'export verso l'estremo oriente è praticamente terminata, mentre per un prodotto come le mele, che ancora viene esportato in buone quantità, i problemi qualitativi dovrebbero essere molto limitati. Diversa la questione commerciale per il ritardo nelle consegne, ma questo è un aspetto difficilmente quantificabile.
Un problema indiretto è invece dovuto al ritardo delle navi che provenivano da Sud verso il Mediterraneo. Ritardare le importazioni significa ritardare la disponibilità dei container svuotati e messi a disposizione per l'export, in un momento in cui c'è già carenza di vuoti in molti porti italiani.
FP: Quale è l'attuale situazione per i container refrigerati, e relativi costi?
RM: In questo momento, ci sono mercati che stanno tirando tantissimo, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, come il trade fra Far East e Americhe. Per questo motivo, le Compagnie stanno spostando quanti più container possibile su quelle tratte, dove incassano noli altissimi, vista la grande richiesta, in alcuni casi anche 10 volte più alti, rispetto allo scorso anno.
Ciò si ripercuote anche sulle nostre esportazioni, che devono fare i conti con poca disponibilità di vuoti e spazi nave. Chi riesce ad imbarcare deve però pagare noli maggiorati da vari aumenti e surcharge, che in alcuni casi hanno fatto chiudere anticipatamente la stagione delle esportazioni, come per il Canada ad esempio. Un reefer per Toronto, che a inizio stagione costava circa 3/4000 Usd, adesso costa circa 8/9000 Usd.
FP: Quale ruolo ha, o può assumere, il porto di Ravenna in chiave ortofrutticola?
RM: Ravenna continua a svolgere un ruolo importante, non solo a livello nazionale ma anche europeo, per quanto riguarda le importazioni dai paesi del Mediterraneo Orientale, mentre sconta, come tutto l'Adriatico, la mancanza di servizi veloci da origini molto importanti per la frutta, come l'America centrale-meridionale e il Sudafrica, che prediligono i porti del Tirreno. Anche per l'export, il limite è rappresentato dall'assenza di servizi diretti transoceanici. E' un peccato, perché il retroterra romagnolo ha una produzione eccezionale per volumi e qualità e si avvantaggerebbe molto dal poter utilizzare un porto vicino. La potenziale massa critica è infatti oggetto di studio da parte delle Associazioni di produttori e della Regione, per capire come valorizzare in funzione export il porto di Ravenna.
Porto di Ravenna (fonte: sito dell'Autorità portuale)
FP: Come vi siete dovuti adattare, come DCS Tramaco, alla situazione logistica creata a livello mondiale dalla pandemia?
RM: Passata la prima fase emergenziale di un anno fa, il mondo della logistica ha imparato a convivere con la pandemia, adottando tutte le misure necessarie a garantire i servizi in sicurezza. Anche DCS Tramaco ha messo in campo la necessaria flessibilità per superare questo momento delicato, sia a livello organizzativo, con ricorso allo smart working e a tutte le altre misure di protezione individuale negli uffici e nei magazzini, sia a livello commerciale, cercando di rimpiazzare quanto possibile le visite ai clienti italiani ed esteri con videoconferenze, anche se non è la stessa cosa. Soprattutto si avverte la mancanza delle fiere di settore, che rappresentano un momento insostituibile di contatto con la clientela e di promozione aziendale. Devo dire che tutta la struttura ha dimostrato un eccezionale senso di appartenenza, con ottimi risultati sia dell'ufficio di Valencia sia di quello di Koper, oltre che della casa madre in Italia.
FP: Quali novità avete messo in cantiere?
RM: Abbiamo fatto nostro il concetto che è nei momenti di crisi che si deve investire sul futuro e quindi abbiamo appena concluso un'importante operazione sul porto di Venezia, rilevando il Terminal refrigerato VGT, che da gennaio è gestito dalla nostra società Venice Cold Stores Srl. In questo modo, abbiamo rafforzato la nostra rete di servizi refrigerati in Nord Adriatico, aggiungendo Venezia a Ravenna e Koper. I primi mesi di gestione sono molto confortanti, con le celle frigo che ora sono piene di ortofrutta da Egitto, Israele e Polonia.
Per maggiori informazioni:
DCS Tramaco
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