Cresce costantemente l'interesse per i frutti di bosco siciliani che, grazie a favorevoli fattori pedoclimatici, presentano caratteristiche organolettiche difficilmente riscontrabili in altri areali del mondo.
Tra le produzioni situate in provincia di Ragusa, emerge quella del lampone, che viene trapiantato tre volte l'anno: a dicembre con raccolto da marzo ad aprile; a settembre con raccolto a dicembre, gennaio e febbraio; a febbraio con raccolto a maggio e giugno.
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Altra ricercata referenza è la mora, che invece viene trapiantata due volte l'anno: a dicembre con raccolte a marzo, aprile, maggio e giugno, mentre il trapianto di agosto si raccoglie a novembre, dicembre e gennaio.
Come si può constatare, la produzione siciliana ha un calendario abbastanza ampio che, oltre more e lamponi, vede la presenza di mirtilli e ribes (di cui però ci occuperemo in un altro articolo). I piccoli frutti sono molto richiesti in Italia e nel resto d'Europa e l'interesse è sempre crescente. La particolare vicinanza di queste zone produttive alle principali piazze del vecchio continente, per un prodotto così fresco, rappresenta un importante valore aggiunto.
Gabriele Cardini, contitolare dell'azienda "Le Tre Virtù"
Abbiamo approfondito l'argomento con Gabriele Cardini, un produttore altamente specializzato, che opera nel settore assieme ai suoi soci Stefano Cardini e Giuseppe Fava. L'esperto ci ha parlato della campagna produttiva 2021, rivelando anche qualche dettaglio commerciale.
"Quest'anno la stagione sembra essere iniziata nel migliore dei modi in termini di quantità e qualità del prodotto - ha detto Cardini - Anche le performances commerciali sono piuttosto interessanti, al momento. L'obiettivo è di chiudere l'annata con una media di prezzo liquidato, almeno per quanto riguarda la nostra realtà aziendale, che va tra i 5,50 e i 7,00 euro al kg per more e lamponi. Come per tutti i prodotti ortofrutticoli, l'andamento commerciale dipende dalla disponibilità del prodotto e dalla richiesta di consumo, ossia dall'incontro tra domanda e offerta e dalle innumerevoli variabili che regolano questa bilancia".
Lamponi
L'azienda coltiva su 6 ettari (per 230mila kg di produzione annua), interamente sotto serra, e fa leva su una gestione molto agile delle raccolte.
"Nonostante la pandemia - ha spiegato il giovane imprenditore - qui non abbiamo mai avuto problemi di manodopera. Contiamo tantissimo sui nostri collaboratori che assicurano le tempistiche richieste da un prodotto molto delicato come le bacche. Una volta usciti dall'azienda, i nostri frutti seguono un percorso a temperatura controllata, fino ad arrivare sui banchi della GDO italiana (in prevalenza) ed estera".
"Alle nostre latitudini - ha aggiunto l'imprenditore - è possibile coltivare frutti di bosco per quasi tutto l'anno. Con il nostro prodotto forniamo un contributo al made in Italy per tramite della Società Cooperativa Agricola Sant'Orsola a cui facciamo riferimento. La produzione dei frutti di bosco in Italia, anno dopo anno, assume sempre maggior rilievo, grazie al continuo miglioramento varietale e alle innovazioni tecnologiche, che si armonizzano con tecniche di post-raccolta sempre più sofisticate. Il nostro principale competitor è la Spagna, con cui condividiamo il calendario produttivo".