Capire e operare nel quadro del Green Deal dell'Unione europea è stato l'argomento dell’assemblea generale virtuale della Produce Marketing Association (PMA).
Se il Green Deal europeo sarà implementato con successo, l'Europa sarà il primo continente al mondo climaticamente neutro, entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, i piani includono una riduzione delle emissioni di oltre il 55% entro il 2030, e questo significa che l'industria agricola dovrà lavorare nell’ambito di tali piani, per rimanere conforme e redditizia.
"Migliorare la sostenibilità è un elemento sempre più imprescindibile per tutte le aziende", ha affermato Lianne Jones, country manager della PMA Sudafrica. "Il mancato rispetto degli standard minimi in materia di impatto ambientale può bloccare o, nel peggiore dei casi, vietare le importazioni nell'Ue. È nell’interesse dell’azienda non solo soddisfare i requisiti e gli standard, ma anche anticipare la tendenza e sostenerla".
Lianne Jones, country manager della PMA Sudafrica.
Qui di seguito alcuni argomenti trattati durante la sessione.
"L'accordo con l'Ue rispecchia una nuova strategia di sviluppo che punta fondamentalmente a far crescere le economie ma in modo compatibile con l'uso delle risorse", ha affermato David Farrell, co-fondatore di Blue North e senior associate del Cambridge Institute for Sustainability Leadership, che ha iniziato la sessione con un’ampia descrizione dell’accordo. "Il Green Deal ha lo scopo di affrontare la questione della sostenibilità ambientale in modo più ampio, compresa la tutela delle risorse naturali e del capitale naturale".
Approccio multiforme
Le politiche includono diversi aspetti collegati ai cambiamenti climatici, tra cui la fornitura di energia sicura e a prezzi accessibili, la mobilitazione dell’industria per un'economia pulita e circolare, la conservazione e il ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, la costruzione e la ristrutturazione più efficienti in termini di risorse, e molto altro ancora.
Per il raggiungimento degli obiettivi, Farrell fa notare che nell'accordo sono riportati diversi fattori chiave che includono il perseguimento di finanziamenti e investimenti verdi, l'inverdimento dei sistemi finanziari nazionali, la mobilitazione della ricerca e la promozione dell'innovazione, e altre iniziative. "È tutto stabilito nell'accordo, nella consapevolezza che i cambiamenti richiesti sono importanti e saranno necessari su diversi fronti".
Di particolare interesse per i produttori agricoli è la strategia "Farm to Fork", parte fondamentale dell'accordo. "La strategia segnerà una road map verso sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell'ambiente", dice Farrell. "Non riguarda solo l’agricoltura all'interno dell'Ue, ma anche quei sistemi alimentari e le regioni di approvvigionamento nel mondo che forniscono l'Ue e sono pertanto coinvolti in questo quadro politico".
Parte della strategia "Farm to Fork" include lo studio su come indurre le istituzioni finanziarie affinché sostengano gli investimenti rispettosi del clima.
David Farrell, co-fondatore di Blue North e senior associate del Cambridge Institute for Sustainability Leadership.
Il significato di "Farm to Fork"
Le ampie implicazioni di questa particolare strategia includono iniziative come una proposta per evitare/ridurre al minimo l'immissione di prodotti legati alla deforestazione e/o al degrado forestale, e il divieto di importare alimenti non conformi agli standard ambientali dell'Ue sul mercato. "L'Ue richiederà pratiche sempre più sostenibili da parte dei partner commerciali, in particolare in relazione ai prodotti fitosanitari basati sull'uso di agrofarmaci. E l'Ue promuoverà anche iniziative per migliorare l'informazione ai consumatori, prevedendo un quadro di valutazione per la sostenibilità alimentare e il calcolo dell'impronta ambientale dell'Ue", ha affermato Farrell.
Quali sono i punti chiave? "Il Green Deal coinvolge strettamente la produzione agricola e le catene di fornitura. Porrà particolare attenzione alle pratiche agricole e imporrà ulteriori requisiti agli agricoltori. Ma significherà anche nuove opportunità", ha detto Farrell.
Frédéric Rosseneu, responsabile dello sviluppo aziendale della Greenyard, con sede in Belgio, ha esaminato più da vicino quello che questo accordo potrà significare per il settore agricolo. Egli fa notare che, mentre la strategia "Farm to Fork" è l'elemento chiave che riguarda la catena alimentare, il piano d'azione per l'economia circolare avrà anche un impatto sugli imballaggi e gli sprechi alimentari.
"Questo farà pressione sull'uso delle plastiche e plastiche monouso, ma anche sui materiali d’imballaggio non riciclabili", ha detto Rosseneu. "Un obiettivo da raggiungere già nel 2030 è avere solo imballaggi riciclabili, ma anche parte di questo obiettivo saranno i criteri aggiuntivi per raggiungere una quantità minima di contenuto di riciclato nell'imballaggio".
Rosseneu ha anche affrontato il ruolo dell'agricoltura biologica e la sua crescita, un chiaro obiettivo politico dell'accordo. "L'ambizione è quella di raggiungere almeno il 25% dei terreni agricoli dell'Ue. Resta da vedere se ciò sarà possibile per l'industria dei prodotti ortofrutticoli, poiché si tratta di un settore piuttosto intensivo e vi è già una forte diffusione dei prodotti biologici nel nostro settore". A parte l'agricoltura biologica, rientra in questa iniziativa anche esaminare altri metodi di produzione sostenibile e assicurarsi che vengano adottati e richiesti dai clienti.
Lavorare con i consumatori
L'educazione dei consumatori è parte di questa strategia e riguarda anche il ruolo del packaging e di un quadro di etichettatura alimentare sostenibile da realizzare entro il 2024. "Dobbiamo essere sicuri di disporre dei sistemi necessari per decidere come comunicare la nostra performance alimentare sostenibile. Dovremmo lavorarci proprio oggi", ha riferito Rosseneu.
La strategia dell'Ue sulla biodiversità è anche un punto importante. "Affronta l'uso di fertilizzanti e agrofarmaci e non analizza solo quali tipi di sostanze stiamo usando, ma come le usiamo", ha sottolineato Rosseneu. In generale, l'Ue vuole ridurre l'uso di agrofarmaci del 50% entro il 2030.
Quello che è anche incoraggiante è che nell’accordo c'è un chiaro riferimento nella promozione di alimenti di origine vegetale. "È un obiettivo generale chiaramente riscontrabile in alcune iniziative, ma che in seguito giocherà un ruolo anche maggiore, ne sono certo", ha detto Rosseneu.
Infine, Rosseneu ha affermato che il Green Deal è una road map per affrontare molte e diverse iniziative e priorità che arriveranno nel prossimo decennio. "È importante tenere presente che questo è tutto un work in progress. Ci vorranno altri tre o quattro anni prima di vedere l’applicazione dei primi elementi in tutta l'Ue".