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Il commento di una biologa nutrizionista

Le fragole prodotte in idroponica e aeroponica vanno a ruba

"Con una superficie totale di 600 metri quadri (il triplo rispetto allo scorso anno) e un calendario produttivo che va da gennaio fino a giugno, coltiviamo fragole attraverso la tecnica idroponica di tipo NFT e in aeroponica verticale. Il risultato sono prodotti che stanno andando a ruba, non solo perché coltivati senza fertilizzanti o principi attivi esterni, ma anche perché privi di nichel, istamina e altri metalli pesanti". A spiegarlo è Ivan Santarcangelo, responsabile di produzione della FruitHydroSinni, società di Policoro (Matera) che produce e commercializza in buona parte d'Europa frutta e verdura proveniente da impianti idroponici e aeroponici.

"Nei prossimi giorni, entreremo nel clou della produzione, ma per il momento riusciamo a fornire tutti i nostri clienti con una sola consegna settimanale. Con questa tecnica di coltivazione a basso impatto ambientale, si riesce a ottenere risultati straordinari, con rese per pianta che toccano addirittura i 750/800 grammi. Regolarmente, inviamo dei campioni a laboratori esterni: i dati delle analisi effettuate riportano valori vicini allo 0.001% per zinco, alluminio, nichel, cromo e istamina. Le nostre fragole vantano, oltre all'elevata shelf-life e a calibri uniformi, anche una colorazione omogenea e un grado brix eccezionale".

Alessia Affuso, biologa nutrizionista, ci spiega invece quanto tali tipologie di coltivazione apportino numerosi vantaggi: "La coltura fuori suolo, importante tassello per l'agricoltura sostenibile, permette la produzione di alimenti sicuri non solo per chi deve seguire un'alimentazione a ridotto contenuto di nichel, ma anche per tutta la popolazione in generale. Normalmente, il cibo può contaminarsi con germi patogeni o sostanze chimiche in qualsiasi momento della catena di approvvigionamento alimentare: dalla produzione allo stoccaggio. Nei sistemi idroponici, invece, l'acqua fornita viene costantemente controllata e monitorata prima di essere sottoposta all'apparato radicale delle piante, per fare un esempio".

"La tecnologia idroponica ha aiutato a rispondere ai problemi di malnutrizione dovuti al mancato apporto di vitamine, fibre vegetali, carboidrati e sali minerali. Dagli studi emerge che i prodotti derivanti da coltura idroponica sono fonti significative di minerali e che, quindi, i sistemi di coltivazione forniscono prodotti di qualità superiore e più sicuri".

Per maggiori informazioni:
FruitHydroSinni
Via Zara, 1
75025 Policoro (Mt)
(+39) 351 8403546
[email protected]
fruithydrosinni.it