Nella regione di Murcia, la campagna delle drupacee è partita con un certo ritardo rispetto alla stagione precedente, a causa degli eventi meteo delle ultime settimane che determineranno la produzione europea di quest'anno, come è già successo nel 2020 quando le condizioni meteo avverse ridussero significativamente il volume del raccolto nei principali Paesi produttori dell'Ue.
"Abbiamo già iniziato nella zona costiera di Murcia con volumi limitati di pesche e nettarine, ma il clima non è quello ideale", afferma Joaquín Gómez, presidente dell'Associazione dei produttori ed esportatori di frutta, uva da tavola e altri prodotti agricoli (APOEXPA). "Abbiamo avuto una settimana praticamente senza sole, fondamentale per il frutto durante i suoi ultimi giorni sull'albero, e ciò ha causato un ritardo della campagna di circa 8 o 9 giorni rispetto allo scorso anno".
Nella regione, le condizioni meteo a breve termine dovrebbero rimanere instabili ma, nonostante questa battuta d'arresto, Joaquín ritiene che la stagione inizierà con ottime prospettive, trainate dal calo della produzione di altre regioni. "In questo momento c'è un moderato ottimismo sui prezzi, anche se tutto fa pensare che dovrebbero essere buoni, quest'anno, soprattutto durante la prima parte della campagna", dice il presidente di Apoexpa.
In ogni caso, l'impatto del clima sulle produzioni di drupacee è stato molto più pesante in altre zone, sia spagnole (le gelate di marzo hanno avuto un impatto su oltre 12.000 ettari, con grandi perdite a Lleida e Huesca, secondo i dati forniti da Agroseguro) sia europee, dove gli alberi in fase di fioritura o con i primi frutti già in allegagione, sono stati colpiti da temperature insolitamente basse. Le perdite, infatti, dovrebbero essere pesanti in Italia, con danni significativi in tutto il Paese, o in Francia, dove il Governo ha addirittura dichiarato lo stato di calamità e ha creato un fondo di emergenza da 1 miliardo di euro per i produttori, per quella che viene descritta come "la più grande catastrofe agricola del secolo".
Tuttavia, come sottolinea Joaquín, "la Murcia non è stata molto colpita dalle gelate, e nemmeno l'Andalusia. Le albicocche sono quelle più carenti qui, anche se più per ragioni agronomiche che altro".
La regione di Murcia ha circa 25.000-27.000 ettari coltivati a drupacee. E' in grado di esportare 60.000 ton di nettarine, 30.000 ton di pesche, 40.000 ton di albicocche e 70.000 ton di pesche piatte in vari mercati internazionali. Le pesche piatte entreranno in commercio tra il 10 e il 15 maggio, e la loro espansione in Murcia è avvenuta a scapito di altre drupacee, come le pesche, dice Joaquín.
L'elenco delle destinazioni include importanti mercati d'oltreoceano, come la Cina, che ha ricevuto le prime spedizioni di drupacee di Murcia nel 2016.
"Abbiamo lavorato per avere accesso a nuove destinazioni per le drupacee, ma è difficile, e lo è ancora di più da quando è iniziata la pandemia, poiché le spedizioni marittime hanno subito un rallentamento. Se un viaggio di 30 giorni ne dura 40, è un problema. Forse non lo notiamo con l'uva da tavola, poiché resiste molto bene ai lunghi viaggi, ma per le drupacee è diverso", dice Joaquín. "Per ora siamo molto concentrati sull'Europa, che è il mercato principale cui sarà rivolta la nostra campagna promozionale".
Campagna promozionale: le drupacee non sono solo frutti estivi, ma anche primaverili
Quest'anno, infatti, Apoexpa porterà avanti una campagna per promuovere le drupacee di Murcia che stanno raggiungendo il mercato in questa prima parte della stagione, e aumentarne le vendite in Europa. "La campagna inizierà la prossima settimana sui social media, con dei video promozionali, e si rivolgerà a tutti gli importatori e a tutti i professionisti coinvolti nel business della frutta estiva in Europa, i quali riceveranno un regalo a sorpresa", afferma Joaquín Gómez. "L'idea che vogliamo trasmettere è che le drupacee non sono solo frutti estivi, ma anche primaverili, e che la frutta della regione di Murcia è disponibile per tutti i mercati da metà aprile a metà/fine giugno".
Joaquín Gómez
APOEXPA
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