Dopo almeno cinquanta anni che le arachidi erano sparite dalle produzioni campane, nel 2020 con il Progetto Arcamp (sigla che sta per arachidi campane), si sono seminati in via sperimentale i primi 40 ettari di arachidi tra i territori della provincia di Benevento e Avellino.
"Dopo gli interessanti risultati ottenuti la scorsa stagione in termini di elevate performance qualitative e elevate rese a ettaro, per quest'anno si è passati a una semina che ha interessato ben 100 ettari, includendo anche le aziende agricole della provincia di Caserta". Così dichiara Annapaola Celentano, responsabile marketing della ditta Caputo.
"L'obiettivo è coltivare 200 ettari per il 2022, mentre per il 2023 si punta a raggiungere una produzione di arachidi di 500 ettari dislocati tra Campania, Puglia e Sicilia; queste regioni, già quest'anno, si sono accostate per la prima volta a produrre tale referenza, ovviamente su superfici ridotte.- E' quanto sostiene Angelo Caputo, direttore dell'omonima azienda - Ho sempre creduto nell'arachide campana e in questo progetto, tanto da voler valorizzare l'intera filiera produttiva puntando sulla tracciabilità delle arachidi locali, certo del fatto che questo territorio generi valore aggiunto al prodotto e viceversa".
Il progetto Arcamp prende vita dalla partnership tra Caputo, Coldiretti, il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e la Farzati Tech. Quest'ultima ha fornito il proprio supporto in termini tecnologici, poiché ha sviluppato la bio-impronta per poter certificare l'origine del prodotto. La Caputo ha finanziato il progetto e, stipulando patti di filiera con i produttori, provvederà a immettere le arachidi sul mercato attraverso la grande distribuzione organizzata. Mentre il dipartimento di agraria ha fornito il proprio supporto tecnico e agronomico.
L'azienda Caputo, che opera dal 1930, da sempre stipula accordi di filiera nell'intento di valorizzare i prodotti legati storicamente al territorio campano e promuovere una filiera italiana e trasparente.
"Anche il packaging pensato per questo prodotto genera un valore aggiunto - dice la responsabile markting - Per le arachidi in guscio, la confezione è da 350 g in plastica, mentre per quelle sgusciate si è pensato un barattolo completamente riciclabile realizzato in carta. A giugno 2021 avverrà il lancio del prodotto sugli scaffali della GDO, ora siamo in fase di presentazione del progetto ai buyer".
"Il progetto promosso dalla Vincenzo Caputo - conclude l'agronomo Italo Santangelo- nasce nel 2020 con l'obiettivo di far tornare l'arachide nelle zone di antica diffusione, e la Campania, fino agli anni '60 lo era, anche per le caratteristiche pedoclimatiche del territorio. Inoltre, l'autorevolezza del partenariato è la cifra dello spessore dell'iniziativa anche nel campo della ricerca e dell'innovazione sostenibile. Inoltre, non dimentichiamo che tra i partner vi è anche la Farzati Tech che, con la tecnologia brevettata BluDev, assicura la tracciabilità del prodotto dal campo alla tavola".